E’ un piano industriale in continuità con il precedente, quello illustrato, questa mattina da Paolo Romano e Marco Ranieri, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Smat, durante una riunione congiunta delle commissioni Ambiente, Partecipate e Controllo di Gestione, presiedute da Marco Chessa.
Il piano industriale 4.0, per gli anni 2020 – 2024, è stato aggiornato ai nuovi parametri e al nuovo quadro normativo, con l’obiettivo di nuovi investimenti e la conclusione di importanti infrastrutture.
A fine 2019, il servizio idrico integrato di Smat serviva oltre 2 milioni 200 mila abitanti distribuiti in 289 comuni della Città Metropolitana di Torino, attraverso una rete di acquedotto lunga 12.646 chilometri e con una rete fognaria lunga 9.773 chilometri, 93 potabilizzatori, 413 impianti di depurazione.
All’orizzonte, il nuovo collettore mediano, per il quale si è alle battute finali per la progettazione definitiva e i cui lavori potrebbero cominciare a fine anno per concludersi nel 2028, e l’entrata a regime al 100% dell’acquedotto della Val di Susa.
Dei due miliardi e 400 milioni di investimenti previsti da Smat al momento della sua costituzione, il 50% è già stato portato a termine, ha sottolineato Ranieri. Il restante miliardo e duecento milioni sarà investito entro il 2033, con investimenti annuali di circa 100 milioni. Investimenti, ha sottolineato Ranieri, che prevedono un basso ricorso al mercato finanziario, con un conseguente basso indebitamento.
Smat non si limita alla gestione del solo ciclo idrico integrato. La produzione di fanghi, derivanti dal processo di depurazione, è finalizzata all’inserimento, da giugno dello scorso anno, di biogas nella rete Snam del metano. L’azienda inoltre autoproduce il 12% dell’energia elettrica necessaria al proprio fabbisogno mentre il resto è assicurato da contratti con aziende che producono energia da fonti rinnovabili. Anche il parco automezzi è sottoposto ad una conversione green, con la sostituzione dei veicoli diesel con veicoli elettrici. La piantumazione di 60 mila alberi (in prevalenza pioppi), nei terreni di proprietà Smat nei pressi dei pozzi consentirà inoltre una riduzione annuale di CO2, pari a 3600 tonnellate.
La crisi economica dovuta alla pandemia ha infine indotto Smat a riconoscere il bonus idrico a famiglie con reddito Isee fino a 12 mila euro l’anno, in precedenza previsto per fasce Isee fino a 7000 euro.
Federico D’Agostino