Un contratto scaduto da sette anni, professionalità non riconosciute, retribuzioni inadeguate e proposte di incrementi salariali mortificanti: così i rappresentanti sindacali dei lavoratori e lavoratrici delle Farmacie Comunali) hanno sintetizzato la situazione di disagio vissuta dai dipendenti del settore, circa 35.000 in tutto il Paese.
A tracciare il quadro della situazione sono stati Cosimo Lavolta della UIL TUCS, Stefania Zullo della FISASCAT CISL e Ivano Franco della FILCAMS CGIL, oggi ricevuti dalle commissioni I Patrimonio e IV Sanità, presiedute rispettivamente da Anna Borasi e Vincenzo Camarda, riunitesi per la discussione di una proposta di mozione presentata da Claudio Cerrato e altri consiglieri e consigliere di PD e Lista Civica per Torino. Il documento, che sarà sottoposto al voto della Sala Rossa lunedì prossimo, impegna l’esecutivo di Palazzo Civico ad intervenire presso ASSOFARM e l’ANCI nazionale per sollecitare una rapida conclusione della trattativa in corso, con la firma un contratto dignitoso per lavoratrici e lavoratori del settore.
Le Farmacie Comunali, a Torino, sono 34, alle quali se ne aggiungono altre a Chieri (3), Villastellone e San Maurizio Canavese. Oggi, la quota detenuta dalla Città, pur non trascurabile, con il suo 20% è lontana dal rappresentare la maggioranza del pacchetto azionario. Tuttavia, i proponenti della mozione sottolineano il rilievo politico dell’iniziativa, ribadendo come la Farmacie Comunali abbiano un ruolo più aperto ai servizi al cittadino rispetto a quelle private, mentre la pandemia ha accentuato il ruolo della farmacia quale struttura sanitaria di base, Un fatto, questo, che impone un adeguamento delle normative e un riconoscimento professionale nei confronti di chi ci lavora. Nel dibattito che ha preceduto la liberazione per l’aula della proposta di mozione, sono intervenuti, oltre ai due presidenti e al primo firmatario dell’atto, i consiglieri e consigliere Garione, Viale, Crema e Tosto.
Claudio Raffaelli