E’ meglio investire su iniziative che prevengano azioni criminali o sono più utili interventi di repressione? Le telecamere di videosorveglianza sono efficaci o è più opportuno agire su percorsi educativi, formativi o di inclusione?
Intorno a queste domande è in parte ruotato il dibattito, questa mattina, nel corso della riunione congiunta delle commissioni Legalità e Polizia municipale, presiedute da Carlotta Tevere.
All’ordine del giorno, infatti l’aggiornamento sull’attuazione di Argo, il piano di videosorveglianza sulle zone critiche della città, illustrato dalla sindaca Chiara Appendino e dal comandante della Polizia Municipale, Emiliano Bezzon.
In realtà, Argo è solo un tassello all’interno dell’accordo sicurezza integrata e sviluppo della Città, siglato con Ministero dell’Interno, Prefettura, Regione Piemonte insieme ad altri soggetti pubblici e privati che prevede, in raccordo con i tavoli di osservazione delle Circoscrizioni, interventi in vari ambiti come sociale, urbanistica o ambiente.
Lo stato dell’arte del piano di videosorveglianza è stato presentato dal comandante Bezzon che ha sottolineato come, al momento, si sia concluso l’iter burocratico. La Città ha stanziato 800 mila euro, 700 sono in arrivo dal Ministero dell’Interno mentre 900 mila li ha previsti la Regione Piemonte. L’infrastruttura della rete, attualmente mancante, sarà realizzata da 5T. Saranno installate 380 videocamere nelle zone che presentano maggiori criticità dal punto di vista della sicurezza e dell’incolumità pubblica. Da maggio, le prime saranno sistemate a partire da alcune aree di Barriera di Milano e Aurora. L’intervento sarà completato in autunno. Il sistema, basato su tecnologie caratterizzate da intelligenza artificiale, consentirà in modo agevole l’individuazione di soggetti o oggetti, sulla base di singoli dettagli. Le telecamere fisse saranno implementate da telecamere mobili, trasferibili anche in altre zone, e da bodycam, indossate dagli stessi agenti. I costi riguardano la realizzazione della rete e la relativa manutenzione. “Con questo intervento, ha evidenziato Appendino, avremo un numero di videocamere pari al 10/15% di altre grandi città italiane, come Roma e Firenze”. Ha ribadito che questo rappresenta solo uno degli aspetti dell’accordo per la sicurezza (un solo articolo sui 25 previsti) mentre molti sono gli interventi previsti. Tra questi, alcuni riguardano proprio la Polizia Municipale, in particolare le misure messe in atto a favore degli anziani, con incontri informativi contro i raggiri, o i controlli sugli affitti, in collaborazione con la Guardia di Finanza.
Nel corso del dibattito, la consigliera Maura Paoli (M5S) ha posto domande in relazione alla reale efficacia degli strumenti di videosorveglianza e sui costi mentre il consigliere Raffaele Petrarulo (Forza Italia) ne ha sottolineato la necessità. Viviana Ferrero (M5S) ha espresso la necessità che i costi siano almeno ripartiti equamente tra le attività di prevenzione e di repressione. Per Maria Grazia Grippo (PD), infine, non sono chire le aspettative e gli obiettivi che l’Amministrazione vuole soddisfare e interroga sul perché non sia stato coinvolto l’intero territorio metropolitano.