La Città di Torino ha vinto un bando del valore di ottantamila euro per progettare il recupero dell’ex vivaio comunale Regio Parco di strada Manifattura Tabacchi; 6,5 ettari di proprietà della Città a ridosso del Po e dei parchi della Confluenza e della Colletta. Il progetto illustrato oggi pomeriggio a Palazzo civico nella Commissione Ambiente di Palazzo civico – in congiunta con l’omologa della Circoscrizione Sei – coordinata da Amalia Santiangeli prevede la riapertura del vivaio tradizionale affiancato da una nuova struttura sociale: un vivaio 2.0 aperto alla cittadinanza – in particolare alle scuole con laboratori didattici rivolti all’innovazione – per diventare un luogo aggregatore sui temi dell’educazione ambientale. Come ha spiegato ai Commissari l‘assessore comunale al Verde pubblico Francesco Tresso la fase progettuale è in corso e si concluderà nella primavera del 2025; è finalizzata alla redazione del piano generale di rilancio dell’area e all’individuazione di un modello gestionale con l’esame dei benefici ambientali che potrà generare; poi la Città cercherà di reperire i fondi per attuarlo. La zona hanno ribadito i progettisti è di grande pregio naturalistico e rilevanti potenzialità urbanistiche: vicina al Po e alla Stura come alla Manifattura Tabacchi e al percorso della futura linea della metropolitana. Negli ultimi anni all’ex vivaio le cose sono andate di male in peggio; oggi è un magazzino del settore Verde pubblico del Comune ma in larga parte l’area è in abbandono. Nell’epoca d’oro del periodo olimpico si coltivavano oltre cinquemila alberi e venticinquemila arbusti; il declino è iniziato nell’estate del ’22 con una serie di furti dei cavi elettrici e della cabina che comandava l’impiantistica fino a rendere inutilizzabile l’impianto di irrigazione centralizzato e il sistema di illuminazione del viale principale. Con l’impianto elettrico fuori uso l’edificio principale orfano dell’antifurto è stato depredato delle grondaie in rame, delle tegole del tetto, dei cavi elettrici e i responsabili della struttura sono stati costretti a porre del materiale rudimentale (plinti) a difesa di porte e finestre contro le intrusioni. Prima dei furti nel vivaio erano coltivati e stoccati alberi e arbusti da collocare in città ed era luogo di deposito e di lavoro di una squadra di giardinieri comunali che svolgevano parte della manutenzione ordinaria; al piano terra del fabbricato principale c’era il loro refettorio oltre al magazzino ma vista l’impossibilità di continuare a lavorare sono stati distaccati in un altro magazzino territoriale e accorpati ad altre squadre. Ai lavori della Commissione in Sala Carpanini sono intervenuti Ledda – Zaccaro – Firrao – Martelli – Barbieri – Panzarino – Greco – Zito.
(Roberto Tartara)