Sabato 20 maggio, lo stand istituzionale della Città di Torino ha ospitato la presentazione del libro di Mario Marazziti “La grande occasione – Viaggio nell’Europa che non ha paura” (Piemme). Come ha spiegato l’autore nel suo intervento, il libro offre una diversa prospettiva sulle migrazioni attraverso le testimonianze, raccolte in alcuni Paesi europei, che raccontano le storie di chi ha vinto paura e diffidenza per aprire le porte di casa a #profughi e #migranti. Un’Europa egualitaria e solidale che può diventare un esempio concreto per future politiche nazionali e locali di apertura verso chi vede il nostro continente come punto di partenza per ricostruire la propria vita, in fuga da guerre e carestie. All’incontro, organizzato in collaborazione con la presidenza del Consiglio comunale e moderato dalla giornalista Maria Teresa Martinengo, erano presenti, oltre all’autore: i consiglieri comunali Elena Apollonio (presidente della commissione Diritti e Pari opportunità) e Abdullahi Ahmed Abdullahi (presidente della commissione speciale Contrasto fenomeni di intolleranza e razzismo, vincitore del premio “Altiero Spinelli” della Commissione Europea nel 2020), Domenico Quirico e Daniela Sironi. In apertura, ha portato il suo saluto la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, per rimarcare la somiglianza tra il tema del racconto di Marazziti e la direzione intrapresa dall’Assemblea di Palazzo Civico orientata, nella sua pluralità di sguardi, ad un approccio che confermi la reputazione di Torino, città dell’accoglienza. Perché per Grippo, ogni pensare diverso, oggi, è antistorico. Per Apollonio un libro ricco e intenso che permette di affrontare, nell’ambito del Salone Internazionale del Libro, il tema delle #migrazioni e della cittadinanza. Un libro che parla di persone, che ragiona sul futuro “un lavoro in corso”, che introduce una narrazione, utile quale antidoto alla paura. Abdullahi Ahmed Abdullahi si è invece soffermato sulla sua esperienza personale, il racconto di un ragazzo somalo di diciannove anni “in cerca della felicità”, che ha vissuto una guerra “incivile” prima di partire verso l’Europa carico di speranze. Un viaggio durato sette mesi, attraverso il nord Africa e culminato con l’arrivo a Torino. Se ce l’ha fatta, ammette, deve ringraziare i singoli cittadini che lo hanno accolto e accompagnato, che gli hanno consentito di avere una seconda possibilità, di raggiungere gli obiettivi che si era prefissato prima di partire.
Marcello Longhin