Approvata dal Consiglio Comunale, questo pomeriggio, la delibera che prevede la rinegoziazione di alcuni mutui della Città di Torino con la Cassa Depositi e Prestiti.
L’assessore al Bilancio, Sergio Rolando, ha illustrato il provvedimento. L’operazione di rinegoziazione non produrrà un significativo allungamento della durata dei mutui in quanto, per quelli a tasso fisso il cui debito residuo ammonta a 196 milioni 782 mila euro, la durata residua rimane invariata con scadenza al 2045.
L’allungamento della durata riguarderà soltanto una parte di mutui a tasso variabile, con scadenza antecedente il 2043, che verranno prorogati al 31 dicembre 2043 con un allungamento medio di 7 anni, con un vantaggio sulla rata fino all’esercizio 2036 e maggiori oneri nel periodo 2037 – 2043.
L’operazione consente di conseguire, nel biennio 2020 – 2021, un minor esborso di 32 milioni 449 mila euro, e per gli anni successivi fino al 2036, un ulteriore risparmio in termini di differenza tra rata prima e rata dopo la rinegoziazione pari a 32 milioni 398 mila euro.
La rinegoziazione comporta nel suo complesso minori oneri per l’Ente fino al 2036 per euro 64 milioni 848 mila euro e maggiori oneri a decorrere dal 2037 e fino al 2045 con un costo netto complessivo stimato in euro 32 milioni 467 mila euro.
Dopo l’illustrazione da parte dell’assessore, si è svolto il dibattito.
Il capogruppo PD Stefano Lo Russo ha criticato aspramente il provvedimento perché, dei 64 milioni risparmiati fino al 2036, ben 32 vengono spesi prima della fine dell’attuale mandato elettorale, scaricando i debiti negli anni successivi: “è un’operazione spregiudicata ed eticamente scorretta”.
Il consigliere Antonio Fornari (M5S) ha spiegato che la ri-negoziazione dei mutui è uno strumento previsto dalla Cassa Depositi e Prestiti, utilizzato da decine di Enti Locali, tra cui lo stesso Comune di Torino nella passata consiliatura, nel 2015: “l’attuale provvedimento è una boccata d’ossigeno per ripagare gli ‘investimenti’ fatti nel passato e per fare manutenzioni straordinarie su strade, immobili e verde”.
“I giovani dovranno farsi carico nei prossimi anni dei mutui rinegoziati oggi” – ha affermato Francesco Tresso (Lista Civica per Torino), sostenendo di non comprendere quali siano i benefici per i torinesi, non essendo stato ridotto il debito complessivo, ma essendo solo stata allungata la durata dei mutui.
“È opportuno parlare di fatti – ha precisato Fabio Versaci (M5S) – perché non ci sono interessi personali in gioco, ma investimenti per il bene della città”.
Il capogruppo di Forza Italia Osvaldo Napoli si è domandato chi ha creato i debiti: “sia chi c’era prima, sia chi c’è adesso – ha detto. “I torinesi hanno pagato debiti in passato e lo faranno ancora in futuro” – ha concluso.
“Torino è la città più indebitata d’Italia e noi stiamo lavorando per risolvere il problema” – ha affermato Massimo Giovara (M5S), auspicando una maggiore credibilità della politica e più trasparenza nei confronti dei cittadini.
In chiusura di dibattito la sindaca Chiara Appendino ha sottolineato come lo strumento della rinegoziazione sia uno strumento fortemente voluto da Anci, così come avvenuto nel 2015, con l’obiettivo di liberare risorse. “Risorse, ha rimarcato Appendino, non per un utilizzo personale, ma per investimenti”.
Il percorso della delibera, ha concluso, è coerente con il piano di risanamento del Bilancio.
Nel corso delle dichiarazioni di voto, sono nuovamente intervenuti i capigruppo Stefano Lo Russo (PD) e Osvaldo Napoli (FI) ai quali si è aggiunto il consigliere Damiano Carretto (M5S), che ha sottolineato come i tagli agli enti locali siano avvenuti negli anni nei quali il Pd è quasi sempre stato al governo del Paese. “Mi auguro, ha affermato, che ora che il Pd è tornato alla guida del Paese non ci siano più tagli, ma sono certo che ciò non avverrà. Con il voto contrario di oggi, il PD si dimostra contrario agli investimenti in favore dei cittadini”.
Federico D’Agostino
Massimiliano Quirico