Ricordando i 50 anni dal nuovo Diritto di famiglia

Nella seduta del 5 dicembre 2024 delle Commissioni Diritti e pari opportunità e Quinta, presieduta da Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) è stata presentata una proposta di mozione (prima firmataria: Amalia Santiangeli – PD) per celebrare i 50 anni trascorsi dalla riforma del nuovo Diritto di famiglia, varata con la Legge n° 151 del 1975.

Sono trascorsi cinquant’anni dalla riforma del Diritto di famiglia – ha spiegato la prima firmataria – ma c’è ancora molto da fare. Nel 1975 è stata fatta una riforma significativa, che ha riconosciuto piena parità alle donne all’interno della famiglia, ha tutelato i figli ‘illegittimi’ e ha permesso alle madre nubili di ricercare la paternità, ma l’Italia è rimasta indietro ed è all’87esimo posto a livello mondiale nella ‘classifica’ del Global gender gap, con molte donne ancora discriminate.

Con questo atto, firmato congiuntamente alla presidente Elena Apollonio – ha aggiunto Amalia Santiangeli – chiediamo a sindaco e Giunta Comunale di prevedere e sostenere per il 2025 progetti che sottolineino l’importanza sociale e familiare della Legge 151 del 1975, anche coinvolgendo enti del terzo settore, scuole e ordini degli avvocati e dei notai, come pure attività di sensibilizzazione e informazione per aumentate la consapevolezza del cammino fatto e di quello ancora da fare in tema di diritto di famiglia.

In Commissione, gli Uffici della Città di Torino hanno spiegato che dal 2022, come chiesto dal Consiglio Comunale, è stato attivato un Gruppo di lavoro interdipartimentale che si occupa dei diritti delle famiglie per ottenere la certificazione di “Comune amico della famiglia”. Entro fine anno verranno rendicontate le attività svolte alla Regione Piemonte, per ottenerne l’avallo e inoltrare poi la richiesta alla Provincia autonoma di Trento, ente deputato al rilascio dell’attestazione.

La vicesindaca Michela Favaro ha ringraziato la proponente per l’atto e ha evidenziato le disparità tuttora presenti e la struttura ancora patriarcale dei rapporti tra uomo e donna all’interno delle famiglie.

Nel dibattito in Commissione, il consigliere Claudio Cerrato (PD) ha ricordato le lotte fatte in Italia per ottenere diritti civili fondamentali. Il nostro Stato per essere competitivo deve però continuare a impegnarsi per offrire pari possibilità di sviluppo a tutti e tutte – ha aggiunto, auspicando un’azione più incisiva del Governo e ringraziando gli Uffici comunali per il lavoro svolto.

Critico Pietro Abbruzzese (Torino Bellissima), che ha chiesto azioni amministrative più concrete per sostenere le famiglie torinesi.

L’atto proposto è meritorio – ha detto Emanuele Busconi (Sinistra Ecologista) – ma purtroppo in Italia la parità è ancora solo sulla carta, sia per quanto riguarda le differenze salariali tra uomo e donna che il lavoro di cura.

Per Silvio Viale (+ Europa & Radicali Italiani) è importante avere maggiore consapevolezza della necessità di contrastare l’emarginazione femminile e la “schiavitù riproduttiva” delle donne. In Italia, la situazione delle donne del ceto medio è molto cambiata – ha concluso – ma occorrono interventi nei confronti delle fasce più povere della popolazione.

Bisogna valorizzare il lavoro di cura svolto dalle donne, riconoscendone l’importanza e l’impatto sulla vita delle donne, ad esempio prevedendo congedi ad ahoc – ha proposto Ludovica Cioria (PD).

Simone Fissolo (Moderati) ha evidenziato le difficoltà nel creare nuove famiglie, auspicando una riflessione più ampia per favorire la nascita di nuovi nuclei familiari, anche attraverso aiuti economici.

La presidente Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) ha quindi annunciato ulteriori aggiornamenti in Commissione sulle attività messe in campo dalla Città di Torino per ottenere la certificazione di “Comune amico della famiglia”.

La mozione è stata liberata per l’aula e passerà all’esame del Consiglio Comunale.

Massimiliano Quirico