Un SMS che spiega che dal primo settembre non si avrà più diritto al reddito di cittadinanza, in attesa di eventuale presa in carico da parte dei servizi sociali del proprio comune. È il messaggio che hanno ricevuto migliaia di cittadini in Italia da parte dell’Inps. Molte anche a Torino. Se n’è parlato nella riunione congiunta delle commissioni Servizi sociali e Lavoro riunite sotto la presidenza di Pierino Crema. Se da un lato è certo che i 6115 nuclei familiari già in carico ai Servizi sociali del Comune a settembre continueranno a ricevere il contributo previsto, dall’altro non sarà così per le 10000 persone che percepiscono il reddito ma inseriti nella piattaforma informatica dei centri per l’impiego, in capo alla Regione. Persone non “profilate” dai Servizi sociali del Comune, non conosciute dagli uffici comunali, ma che hanno ricevuto la stessa indicazione di rivolgersi ai servizi sociali del comune in cui risiedono. Un messaggio quantomeno fuorviante, sottolinea l’assessore Rosatelli, poiché dà l’idea che il reddito potrà comunque continuare ad essere percepito, mentre così non può essere, in assenza di una “profilatura” delle persone da parte dei Servizi Sociali che ne certifichi i requisiti. Una grande mole di lavoro che non può essere fatto in un lasso di tempo così breve (entro il primo settembre). Una situazione di transizione per la quale, hanno evidenziato sia l’assessora Pentenero sia l’assessore Rosatelli, non sono state emanate indicazioni attuative. Sarà necessario istituire una nuova piattaforma informatica in grado di far dialogare Servizi Sociali e Centri per l’impiego. Difficile anche comprendere, al momento, quale potrebbe essere l’impatto economico sulla Città. In altri comuni d’Italia si sono generati momenti di tensione tali che hanno indotto l’Anci a mobilitarsi. Oggi a Torino sono 3.172 i nuclei familiari che hanno al loro interno minori, disabili e over 60. Per loro il reddito di cittadinanza è previsto fino al 31 dicembre. A questi, si aggiungono 2.289 nuclei senza soggetti fragili, per i quali è stata già caricata l’analisi preliminare sulla piattaforma dei Servizi sociali che garantirà così la prosecuzione della misura fino a dicembre di quest’anno, mentre 654 famiglie, per svariate situazioni, non è stato possibile raggiungerle. L’obiettivo della Commissione, ha evidenziato Pierino Crema, era quello di capire lo stato della situazione, un momento di analisi e dibattito propedeutico a produrre un documento da parte del Consiglio Comunale. Acceso è stato il dibattito durante il quale i consiglieri di maggioranza (PD, Sinistra Ecologista, Moderati, Torino Domani) hanno criticato nel merito e nel metodo la scelta del governo nazionale di cancellare il reddito di cittadinanza. Scelta duramente attaccata anche dai consiglieri del Movimento 5 Stelle. Di tutt’altro avviso le minoranze del centro destra che hanno difeso le scelte nazionali, coerenti con un programma elettorale che gli elettori hanno dimostrato di apprezzare nelle ultime elezioni.
Federico D’Agostino