Gli studi della sede Rai di Torino sono vuoti, ma la squadra di Torino sta lavorando per la sede di produzione di Milano che ha, a sua volta, gli studi occupati e affitta, per uno spettacolo di Roberto Bolle, studi a Telelombardia per un costo di 280 mila euro.
E’ quanto questa mattina hanno denunciato i rappresentanti sindacali dei lavoratori della sede torinese della Rai evidenziando come l’azienda di servizio pubblico nazionale stia progressivamente svuotando la sede piemontese delle produzioni televisive, preferendo investire su Milano e Roma.
Lo hanno esposto con forza ai consiglieri delle commissioni Lavoro e Cultura, riunite congiuntamente sotto la presidenza di Pierino Crema che ha ricordato come l’incontro sia stato convocato per approfondire il tema in vista dello sciopero annunciato dai dipendenti Rai per il prossimo 12 dicembre.
La preoccupazione è che, in prospettiva, sparisca il centro di produzione relegando la Rai di via Verdi a sola sede regionale.
Dopo Eurovision, non sono arrivate nuove produzioni, sottolineano le organizzazioni sindacali, il personale che va in pensione non viene sostituito. Vi sono perdite di professionalità senza affiancamenti di giovani.
Evidenziano come non si tratti di una semplice vertenza sindacale ma del rischio che venga soppresso un polo che ha prodotto cultura a livello nazionale ed è questo il motivo per cui si rivolgono alla Città.
E se sono preoccupati i 500 lavoratori e lavoratrici di via Verdi, non di meno lo sono quelli di via Cavalli. Qui è la sede di Rai Pubblicità e Rai Ricerca ma, spiegano i sindacati, non si vedono investimenti. Per di più, la Rai paga l’affitto per uno stabile pur avendone uno vuoto di proprietà in corso Giambone.
La situazione attuale della Rai sotto la Mole ha dato vita ad un dibattito tra i consiglieri.
Caterina Greco (PD), mentre assicura che la Città si farà parte attiva con i vertici aziendali, si interroga sul perché si investa su Milano e Roma invitando ad essere propositivi Per Lorenza Patriarca (PD) questa è una battaglia che non deve essere di bandiera ma deve coinvolgere tutte le forze politiche perché rischia di venir meno una fabbrica di cultura, così come ha sottolineato anche Ludovica Cioria (Pd) evidenziando la mancanza di una produzione dedicata all’infanzia. Secondo Silvio Viale (Lista civica per Torino) non serve tanto rivendicare la torinesità della Rai quanto piuttosto chiedere un tavolo di concertazione per capire le intenzioni dei vertici aziendali. Andrea Russi (M5S) ribadisce la necessità del coinvolgimento di tutte le forze politiche come già avvenuto in passato, proponendo di invitare in Commissione il direttore della sede di Torino. Amalia Santiangeli (PD) considera anche antieconomiche le attuali scelte, mentre Nadia Conticelli (PD) annuncia un ordine del giorno perché la Rai di Torino non abbia un destino segnato, ospitando solo teche museali, ma perché possa tornare ad avere un ruolo da protagonista. Enzo Liardo (FDI) infine sottolinea la necessità che l’ordine del giorno sia di tutto il Consiglio Comunale.
Federico D’Agostino