Sono 160 mila le caditoie, gli scoli dell’acqua lungo la viabilità cittadina. Spesso otturate dalla presenza di foglie, soprattutto nella stagione autunnale, tanto più in una città come Torino che risulta essere quella col maggior numero di alberi in Italia, sono state oggetto di attenzione da parte della commissione Servizi Pubblici Locali, presieduta da Monica Amore.
Della pulizia e della manutenzione hanno parlato Paolo Romano e Marco Ranieri, rispettivamente presidente e amministratore delegato di Smat.
E’ stato sottolineato come la società che gestisce l’acquedotto torinese e lo smaltimento delle acque si occupi soltanto delle caditoie relative alla viabilità pubblica e non quelle, ad esempio, su aree verdi, strade private, nelle case Atc o cimiteri. La rimozione del fogliame è di competenza dell’Amiat mentre Smat si occupa dello spurgo e della disostruzione delle camerette di raccordo, del rifacimento delle griglie o della ricostruzione delle condotte di drenaggio.
Nel 2018, sono stati effettuati 16 mila interventi, quest’anno già 20 mila. Smat interviene grazie ad una attività programmata di manutenzione, oppure su segnalazione di cittadini, uffici circoscrizionali o vigili urbani.
Le caditoie, è stato spiegato, erano state concepite per assorbire 20 – 30 litri al metro quadro mentre oggi, con effetti climatici estremi, devono raccogliere 50 – 60 litri al metro quadro, nell’arco di brevissimo tempo.
Una soluzione al problema sarà probabilmente la costruzione del collettore mediano, infrastruttura presentata la scorsa settimana, e che servirà, tra l’altro, ad assorbire grossi volumi di acqua piovana.
Al termine della Commissione, Paolo Romano ha evidenziato come il Centro ricerche Smat, insieme al Politecnico, sia riuscito a risolvere il problema degli allagamenti di Borgo Dora, in presenza di forti piogge.
Federico D’Agostino