Prospettive incerte per le aree protette del Po torinese

 

Istituito con la legge regionale del Piemonte n. 19 del 2009, che ha accorpato i due precedenti enti di gestione (Parco Fluviale del Po – tratto torinese e Parco della Collina Torinese), l’Ente di gestione delle Aree Protette del Po Torinese ha il compito di tutelare e promuovere le caratteristiche naturali, ambientali, paesaggistiche e storiche dell’area fluviale.

Un patrimonio ricchissimo, di alto valore, riconosciuto anche dall’Unesco (con l’istituzione della Riserva della Biosfera CollinaPo, avvenuta il 19 marzo 2016 ) che necessita però di cure e attenzioni quotidiane – come ha spiegato il direttore dell’ente, Ippolito Ostellino, durante un’audizione in Commissione Ambiente, presieduta da Federico Mensio.

Le attività svolte sono varie e complesse – dalla tutela del patrimonio forestale alla riqualificazione ambientale, dalla promozione della collina di Superga alla gestione delle infrastrutture verdi (tra cui la ciclovia del Po e quella del Canale Cavour e numerosi sentieri collinari) – e riguardano una vasta area, che comprende 13 aree protette, 12 riserva e 1 parco.

L’ente però, nel quale lavorano 27 persone, è stato commissariato un anno fa dalla Regione Piemonte con la deliberazione della Giunta regionale 17 luglio 2017, n. 53-5383 e – come ha spiegato Ostellino – le attività sono in parte “congelate”, in attesa di definire il futuro della struttura, che potrebbe essere sciolta e confluire nel sistema dei Parchi Reali.

La Commissione Ambiente seguirà l’evolversi della vicenda, con l’obiettivo di promuovere la tutela della aree fluviali e collinari torinesi, elementi preziosi non solo per la tutela e salvaguardia della natura, ma anche possibili ambiti per lo sviluppo di attività formative e turistiche eco-compatibili.

Massimiliano Quirico