Ricevute a Palazzo Civico le autorità e le delegazioni di Marocco e Tunisia che aderiscono al progetto MENTOR 2 (Mediterranean network for training orientation to regular migration) che ha l’obiettivo di migliorare e rendere più sostenibile il modello di mobilità e migrazione circolare, tra Italia e questi Paesi, per motivi di studio o lavoro, adottato nel precedente intervento del 2017/2018.
Quest’azione ha permesso a un gruppo di giovani marocchini e tunisini di svolgere tirocini professionali presso imprese milanesi e torinesi, per poi rientrare nei propri territori d’origine con maggiori competenze e di contribuire allo sviluppo locale. L’approccio che caratterizza il processo si basa sulla cooperazione tra territori che, attraverso la creazione di partenariati multistakeholder guidati dalle autorità locali, si mettono in rete per facilitare ed accompagnare questo tipo di percorsi, focalizzati sulla valorizzazione delle nuove generazioni, attraverso lo scambio di esperienze, know how e buone pratiche, in una prospettiva di sviluppo sociale ed economico reciproco.
Nella Sala delle Colonne di Palazzo civico il saluto della vicesindaca, Michela Favaro e della presidente del Consiglio Comunale, Maria Grazia Grippo.
“Siete ospiti provenienti di Paesi che noi consideriamo amici e che sono partner di un progetto intelligente nella sua organizzazione, lungimirante negli obiettivi, e intenso nella capacità di creare relazioni tra coloro che sono il futuro delle società, i giovani.”, ha sottolineato Grippo nel dare il benvenuto alle delegazioni. “Il filo che lega la Città di Torino al Marocco e alla Tunisia è diventato una trama fitta e resistente che abbiamo cominciato a intessere alla fine degli anni ‘80 quando cominciò ad affluire il grande esodo di persone dal Magreb, in cerca di fortuna e di certezze”, ha sottolineato. Ha ricordato come lo stesso vissuto di migranti appartenga a molti piemontesi che hanno costruito la loro vita partendo dal nulla andando a inseguire un sogno e una speranza. “Oggi, invece, registriamo come la stragrande maggioranza di chi lascia il proprio Paese lo fa senza troppo per pensarci, per inventare e progettare il proprio futuro, senza avere scelta se non quella spietata tra la vita e la morte. Avere chiara la differenza tra pianificazione ed emergenza, tra viaggio e fuga tra aspirazione e salvezza, ha concluso Grippo, è necessario per capire cosa stia accadendo lungo le coste dei nostri mari, ma anche per apprezzare il valore di progetti come Mentor 2 che promettono uno sguardo sincero su dove si possano cercare e coltivare delle reali opportunità di accompagnamento all’immigrazione”.
Federico D’Agostino