È stata presentata oggi a Palazzo Civico, durante una seduta della commissione Cultura, la sesta edizione del Torino Jazz Festival (TJF). Erano presenti l’assessora Francesca Leon e il direttore artistico del festival Giorgio Li Calzi. Il festival si svolgerà dal 23 al 30 aprile: otto intensi giorni di musica, con oltre duecentocinquanta artisti impegnati, sessanta concerti tenuti in diciannove differenti sedi sparse per la città, di cui una quarantina gratuiti. Parola d’ordine di questa edizione del festival è accessibilità: i concerti a pagamento hanno, infatti, un costo popolare (dagli 8 ai 12 euro i concerti serali, 5 euro per quelli pomeridiani) mentre le note risuoneranno in spazi differenti, dalle grandi sale ai club, per coinvolgere il più possibile i cittadini torinesi. Per la prima volta il TJF abbandona le grandi piazze: per l’edizione 2018 niente concerti all’aperto per motivi organizzativi ma, anche per una scelta stilistica. Luogo emblema saranno le OGR, Officine Grandi Riparazioni, che non solo simboleggiano la qualità del jazz, ma “offrono anche condizioni di ascolto eccezionali”. Novità anche nell’organizzazione, che quest’anno è affidata ad un duo di musicisti, Giorgio Li Calzi e Diego Borotti, a cui è stato assegnato il compito di valorizzare la storia del jazz torinese, mescolando in cartellone musicisti locali e figure internazionali, con l’intento di produrre originali accordi. L’obiettivo di Li Calzi è “creare un festival non troppo prevedibile. L’inaspettato crea più stimoli”. Un occhio alla sperimentazione, quindi, ma anche al territorio come realtà: Li Calzi e Borotti hanno lavorato per rendere per una settimana la cultura del jazz parte del quotidiano cittadino, futura ispirazione anche a festival terminato. La spesa complessiva prevista è di 639mila euro, 30mila a carico della Città, il resto coperto da sponsor e proventi della biglietteria.
Alice Amari (Università di Torino)