Se da un lato il blocco degli sfratti che scadrà a giugno ha permesso a inquilini morosamente incolpevoli di continuare a vivere in un appartamento, allo stesso modo i piccoli proprietari, che fondavano il proprio reddito sul canone di affitto, sono andati in crisi. Due facce della stessa medaglia, due problemi che rischiano di esplodere quando il blocco sarà terminato.
È quanto è stato evidenziato questa mattina nel corso della riunione della commissione Sanità e Servizi Sociali, presieduta da Fabio Versaci, da parte i sindacati degli inquilini e dei proprietari, invitati perché potessero delineare un quadro della situazione.
Il Sindacato inquilini casa e territorio (Sicet) sottolinea come ci sia molta preoccupazione per il futuro. Occorre insistere con Regione e Atc perché non si vendano più alloggi di edilizia popolari e che sia incrementato il numero delle abitazioni. Nello stesso tempo occorre una revisione degli accordi territoriali tra istituzioni e sindacati per un riordino dei canoni del settore privato.
Per molti proprietari non è stato più possibile avere un reddito, sottolinea Rosanna Penna di Ape Case (Associazione Proprietà edilizia). Questo, inoltre, non consente ai proprietari di svolgere le necessarie manutenzioni negli alloggi dati in affitto. Ma, nello stesso tempo, non sono state previste riduzioni di Imu ed altre tasse.
Il Sunia (Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari) esprime anch’esso preoccupazione. Gli sfratti continuano, vi sono molti morosi incolpevoli e con la fine del blocco dei licenziamenti, a fine marzo, la situazione non può che peggiorare. La soluzione è la collaborazione tra istituzioni e parti sociali, la revisione dei canoni e degli accordi territoriali, ponendo la questione anche a livello nazionale, nell’ottica di prevenire ulteriori sfratti e di fermare quelli in essere. Evidenzia inoltre come debba essere rivisto anche lo strumento del fondo salvasfratti.
La vice sindaca Sonia Schellino, su questo tema, ha sottolineato come tutti i contratti perfezionati attraverso Locare (350 nel 2019, 150 nel 2020) prevedano indennizzi per i proprietari che sono comunque insufficienti e come vi si aspettasse, dai vari decreti “Ristori”, qualche sostegno ai piccoli proprietari.
Federico D’Agostino