Ottant’anni di libertà: tra memoria e festa

Una cerimonia presso il Sacrario del Martinetto, luogo nel quale vennero fucilati decine di partigiani nel 1943-45
Ottant’anni sono tanti, ma si sa, la libertà è sempre giovane. Una libertà riacquistata dal nostro paese nel 1945, dopo due decenni di cappa totalitaria, di guerra mondiale e guerra civile. Ottant’anni dopo, Torino non solo non dimentica ma rilancia la memoria di quegli anni terribili e della Liberazione che vi mise fine, aprendo la strada, tra le rovine del fascismo, alla democrazia repubblicana. Una memoria più che mai necessaria. Potrebbe essere un'immagine raffigurante 2 persone, bambino, il Muro Occidentale e testo
Nel programma presentato nei giorni scorsi e illustrato anche in sede di commissione Cultura, risultano decine le iniziative che si terranno in città per tutto il mese di aprile: ci saranno corone di alloro e omaggi ai partigiani caduti e ai civili deportati nei lager nazisti, ma non mancheranno momenti di festosa aggregazione, come i balli al ritmo di orchestre jazz. Sono anche previste visite guidate e gratuite – il 27 aprile – in quella sale storiche del Palazzo Civico dove si insediò, quello stesso giorno di 80 anni fa, la nuova amministrazione comunale nominata dal Comitato di Liberazione Nazionale, riunita mentre ancora riecheggiavano gli spari.
Iniziative sparse sul territorio, nel centro della città o nei vari quartieri, da Cavoretto a Santa Rita, che saranno il frutto di un impegno congiunto, del Comune ma anche di istituzioni culturali, associazioni, artisti, uniti per esprimere l’adesione collettiva a un percorso di memoria condivisa, la memoria di una rivoluzione civile che ha segnato indelebilmente il nostro Paese e che ne ispira le fondamenta, riassunte nella Carta costituzionale.
Il programma  delle iniziative è disponibile in un opuscolo in distribuzione presso Circoscrizioni, biblioteche e altri punti della Città, ma si trova anche in rete: www.comune.torino.it/25aprile
Claudio Raffaelli