Parafrasando il titolo di un vecchio romanzo di Fogazzaro, entrando nell’edificio dove ha sede la Fondazione “Istituto delle Rosine”, ci si trova catapultati dentro un piccolo mondo antico. Situata all’interno del quadrilatero chiamato del “Santo Sudario” compreso fra la via delle Rosine e le vie Giolitti, Plana e Maria Vittoria, la struttura, oltre ad essere la casa delle “Rosine”, suore nate nel 1744 e che prendono il nome dalla fondatrice Rosa Govone, ospita un pensionato per studentesse e lavoratrici gestito dalla Cooperativa Accomazzi. La sorpresa, entrando nel palazzo principale, è quella di trovarsi di fronte ad una matrioska di sale, saloni, stanze, colonnati, scale e scaloni, ci sono anche una chiesa e un teatro, dove sembra che il tempo si sia fermato. Dev’essere attraversando più volte il solido ed irreale silenzio di queste sale che Massimo Striglia, direttore generale del consiglio d’amministrazione della fondazione, ha maturato l’idea di attrezzare il complesso per trasformarlo nel “Polo artistico e culturale Le Rosine”. Un’operazione lungamente ragionata con la direttrice artistica Sara D’Amario che, dopo oltre un anno di lavori di ristrutturazione e restauro, è stata presentata questa mattina nei locali della fondazione con lo slogan “Se non si sogna in grande, si sta solo dormendo”. Da oggi, hanno spiegato Striglia e D’Amario, la Sala Volte, la Sala Palco (un piccolo teatro) e il giardino interno, sono disponibili ed attrezzati per ospitare manifestazioni ed eventi culturali, convegni, spettacoli e mostre, mentre alcuni locali più piccoli sono già utilizzati per avvenimenti e laboratori di dimensioni ridotte. Durante la conferenza stampa di questa mattina, alla quale ha partecipato la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, Striglia ha anche ricordato che i proventi prodotti dall’utilizzo delle sale oltre a quelli derivati dai corsi e dalle attività organizzate dal Polo servono per finanziare le opere sociali gratuite della fondazione. Fra queste, il Punto di ascolto per donne in difficoltà, il Cerchio della mamme (e dei papà), la Musicoterapia per bambine e bambini audiolesi. Nel salutare gli intervenuti, Maria Grazia Grippo ha posto l’accento sull’importanza del lavoro svolto dalla Fondazione nella riqualificazione di uno spazio così importante e per averlo rimesso a disposizione della città. Un’operazione a sfondo #sociale che fornisce un contributo e un sostegno notevole alle attività già messe in campo dall’Amministrazione. Di particolare importanza, ha concluso Grippo, l’impegno profuso a favore della figura #femminile, destinataria di progetti e azioni che contribuiscano a renderla indipendente.
Marcello Longhin