Nuove attività e modalità e obbiettivi per la Fondazione Teatro Regio, sotto il profilo gestionale e delle produzioni: è quanto chiede la mozione approvata dal Consiglio comunale nella seduta del 16 luglio. I nuovi vertici del teatro hanno ereditato una situazione economicamente delicata ma caratterizzata anche da grandi potenzialità produttive e alta e riconosciuta qualità artistica.
L’intenzione dichiarata è quella di impegnare Sindaca e Giunta a istituire un tavolo di analisi sulle tematiche di riforma per mettere a fattor comune questi elementi.
L’atto approvato segnala una necessità di fondo: quella di aumentare sensibilmente gli introiti da biglietteria per arrivare a coprire assieme agli abbonamenti il 40% dei costi di funzionamento. Sono condizioni fondamentali per risalire la china dei finanziamenti pubblici (Fus), scesi assieme agli introiti da biglietteria.
Una ripartenza che consentirebbe di puntare al riconoscimento del Teatro Regio come Teatro Nazionale ottenendo così finanziamenti più consistenti e soprattutto su base triennale, creando migliori condizioni per programmare le produzioni e autonomia nella stipula dei contratti di lavoro.
Tra le indicazioni innovative della mozione, l’affiancamento alla programmazione triennale basata sulle compagnie esterne, di una programmazione locale a cura di una compagnia stabile con recite e prezzi adatti alle scuole e alle fasce popolari, sul modello della britannica Royal Opera House.
Si propongono inoltre riduzioni dei costi con l’internalizzazione di funzioni e potenziamento delle attività di comunicazione.
L’atto sollecita la creazione di piccole produzioni da portare sul territorio comunale e regionale in collaborazione con altri soggetti culturali del territorio, attività accademiche e formative per la coltivazione di giovani talenti, aggancio dei flussi turistici attraverso Turismo Torino, con la predisposizione da parte delle agenzie di offerte al turismo in entrata che prevedano una o più rappresentazioni al Regio.
Il nuovo Teatro Regio dovrà essere non più una torre d’avorio difesa dalla magnifica cancellata di Mastroianni, ma un luogo di ritrovo aperto, un punto di incontro cittadino grazie all’apertura di una caffetteria e alla commercializzazione di prodotti.
Silvio Lavalle