Migranti, la situazione al centro provvisorio di smistamento in via Traves

Giuseppe Vernero, presidente del comitato torinese della Croce Rossa Italiana

Sono circa 1500 i migranti passati dal centro di accoglienza temporanea di via Traves da quando è stato attivato, l’11 luglio scorso. Questa mattina, le persone ospitate nella struttura gestita dalla Croce Rossa Italiana (CRI) assommavano a 305, tra le quali vi sono 25 minori non accompagnati e 3 donne.  Il dato è stato fornito da Giuseppe Vernero, presidente del comitato torinese della stressa Croce Rossa, durante un incontro con la commissione Legalità e Antirazzismo .

Vernero ha precisato che i tempi medi di permanenza in via Traves sono di 4 o 5 giorni: ma arrivano a 22 giorni per i minori non accompagnati, causa carenza di strutture di accoglienza. Ci sono stati giorni, ha spiegato, nei quali la struttura aveva solo una quarantina di presenze, mentre il numero piuttosto alto registrato oggi è dovuto all’impennata dei numeri dei migranti sbarcati a Lampedusa negli ultimi giorni. Il centro di via Traves, dove opera personale della CRI (circa 25 persone, sia dipendenti che volontari) è stato attivato in via provvisoria su richiesta della Prefettura e – in teoria – dovrebbe cessare di funzionare il 30 settembre. Questo perché, al momento, l’area è ancora prevista quale punto di appoggio per le persone senza fissa, dimora in vista della stagione fredda. La prefettura ha emesso bandi per trovare 4000 posti per le persone migranti ma, come è stato sottolineato nel corso della riunione, occorre trovare rapidamente una struttura che svolga il ruolo di centro di triage, o smistamento che dir si voglia, verso più stabili e adeguate collocazioni, ora svolto da quella di via Traves. Un problema non facile da risolvere, soprattutto in tempi rapidi.

Giuseppe Vernero (Croce Rossa) con il presidente della commissione Legalità e Antirazzismo, Abdullahi Ahmed Abdullahi

A proposito di triage, ha destato un certo sgomento fra i consiglieri e consigliere il fatto che, come ha raccontato Vernero, in via Traves siano arrivate una quarantina di persone reduci da un grave incidente stradale che aveva coinvolto il loro bus poco a nord di Roma, con il decesso degli autisti.   Una parte di esse presentava fratture non trattate e ferite non suturate, poiché dopo l’incidente i migranti erano stati sottoposti a triage sanitario, dichiarati immediatamente trasportabili e caricati su un nuovo bus: undici di loro hanno dovuto essere ricoverati negli ospedali Maria Vittoria e San Giovanni Bosco per ricevere le medicazioni adeguate. In questa situazione a tratti difficile, ha voluto sottolineare il presidente della Croce Rossa torinese, il centro di via Traves risulta piuttosto tranquillo: in due mesi ci sono state solo tre risse, una tra fratelli una seconda legata al furto di un cellulare e una terza della quale non sono state chiarite le cause. Inoltre, non si sono rilevate criticità rispetto ai residenti dell’area circostante, alcuni dei quali hanno anche fornito aiuti materiali come cibo e vestiario. E questo con 1500 presenze. Si sono registrati una quarantina di allontanamenti spontanei, sempre sul totale delle 1500 presenze, perché ovviamente non si tratta di persone recluse.

Vernero ha poi evidenziato come in questa fase le ondate di migranti siano determinate soprattutto dalla situazione geopolitica nelle aree di provenienza e che non possano essere caratterizzate quale “migrazione economica”. In aumento gli arrivi da Paesi come Niger, Sud Sudan, Burkina Faso, con numeri importanti anche da Tunisia, Bangla Desh, Pakistan e vari Paesi subsahariani.

Intenso il dibattito in Commissione, al quale hanno preso parte i consiglieri e consigliere Pierino Crema, Silvio Viale, Enzo Liardo, Alice Ravinale, Caterina Greco, Silvia Damilano, Ivana Garione e Nadia Conticelli.

Commentando la riunione, il presidente della commissione, Abdullahi Ahmed Abdullahi, ha sottolineato: “Non si può parlare di Centro d’accoglienza, ma anzi la narrazione dovrebbe identificare questo come centro temporaneo di smistamento. La struttura in via Traves non può considerarsi dignitosa per la città di Torino e per i richiedenti asilo, perciò va trovata una struttura idonea per l’accoglienza delle persone, simile al centro Fenoglio di Settimo Torinese”.