Della questione refezione scolastica e delle sue non poche facce (rinunce, gradimento del cibo, problemi organizzativi, appalti, rischi occupazionali) si sono largamente occupati nella giornata di lunedì, prima i Consiglieri delle commissioni istruzione, lavoro e bilancio (presiedeva Antonio Fornari), e nel pomeriggio l’intero Consiglio comunale.
In mattinata le tre commissioni hanno discusso e liberato per la presentazione al voto del Consiglio due atti. Il primo è una proposta di delibera di Eleonora Artesio (Torino in Comune) che affronta il tema dell’onere economico del servizio, proponendo un suo alleggerimento con la soppressione della parte di tariffa legata all’iscrizione al servizio, cioè ad oneri indiretti che compensano la burocrazia comunale.
Il secondo è una Mozione di Federico Mensio (M5Stelle) che sollecita una serie di iniziative di controllo, verifica, formazione, scambio di informazioni, e meccanismi premianti, che nell’insieme coinvolge tutti gli attori delle filiere di produzione e ristorazione per puntare al miglioramento del servizio.
L’assessora all’istruzione, Federica Patti, presente alla seduta, ha illustrato a sua volta tre ipotesi di rimodulazione tariffaria del servizio.
Anche in questi casi, come per l’ipotesi avanzata da Eleonora Artesio, il peso dei mancati introiti per il Comune sarebbe importante: si va dai quattro ai cinque milioni di euro, risorse che dovrebbero essere individuate al difuori di quelle stanziate per il nuovo appalto del servizio da poco assegnato, che cuba poco più di 99 milioni di euro.
Gli studi eseguiti dal personale dell’assessorato rivelerebbero peraltro che il problema tariffe esiste ed ha un preciso profilo sociale. Le tariffe sono basate su 10 fasce di reddito Isee. Le rinunce (circa 8000 negli ultimi 5 anni, con un picco dopo la sentenza del giugno del 2016 che sanciva il cosiddetto “diritto al panino da casa”) sono state di gran lunga più numerose nelle otto fasce Isee intermedie, corrispondenti a redditi medi. Molte di meno tra coloro che stanno in prima fascia, quella dei redditi più bassi che usufruiscono di tariffe minime. Poche defezioni anche tra i censiti nell’ultima fascia: tariffa massima per famiglie abbienti.
Le comunicazioni in Consiglio comunale richieste a Patti dal Consigliere Enzo Lavolta (PD) per la verifica di una sua mozione, approvata nel febbraio del 2017 (sul diritto al pasto da casa e la tutela dei livelli occupazionali), è stata nel pomeriggio il terreno su cui ancora una volta le parti politiche hanno affrontato il tema.
Invece i Consiglieri Artesio e Mensio, hanno deciso di rimandare la discussione dei propri atti, per dare tempo all’assessora di sviluppare le ipotesi di rimodulazione tariffaria e di avviare anche il ragionamento sulla loro sostenibilità finanziaria.
Enzo Lavolta ha chiesto all’assessora di spiegare che cosa è stato fatto, in relazione ai tre temi della sua mozione: i genitori che stavano rinunciando alla refezione, le riduzioni di orario dei lavoratori, e la riformulazione delle tariffe, attraverso un lavoro condiviso con le altre parti politiche. “Credevo che la sottoscrizione di questa mozione da parte di Consiglieri della maggioranza le desse forza – ha detto Lavolta – ma dopo un anno e mezzo non l’avete verificata. E questa mattina l’assessora ci dice: possiamo lavorare sulla riduzione delle tariffe, però tutto ciò costa e io non so dove prendere i soldi”.
“E allora si metta seriamente al lavoro e ci dimostri – ha concluso Lavolta – che lei è orgogliosa di questo servizio, lo difende e da settembre lo rilancerà”.
Patti ha replicato “Io sono orgogliosa di questo servizio, e se lo foste stati anche voi non avreste fatto il borsellino elettronico, non ci sarebbe stata una sentenza e migliaia di rinunce al servizio.
C’è stata una frattura molto forte nel 2012 e 2013 e in questo anno e mezzo ho dovuto ricostruire la relazione con l’utenza”.
Dopo aver elencato le iniziative del suo assessorato (incontri con le commissioni mensa e loro riforma, adozione di strumenti di rilevazione del gradimento, progetti e interventi formativi in collaborazione con vari soggetti pubblici e privati), Patti ha ricordato di avere assunto e mantenuto l’impegno a sviluppare ipotesi di riduzioni delle tariffe.
“Consigliere Lavolta – ha proseguito – ho illustrato le attività svolte, ho proposto tre scenari di revisione tariffaria e, anche in ordine al terzo punto della sua mozione, la condivisione, abbiamo partecipato insieme alla medesima riunione con i sindacati dei lavoratori del settore in fase di progettazione del nuovo bando”.
In questa fase sono nuovamente intervenuti i Consiglieri Artesio e Mensio. La prima per ricordare che la refezione fa parte dell’offerta formativa e che il pasto da casa perpetua le diseguaglianze economico-sociali. Artesio ha anche affermato che una richiesta di compartecipazione alla spesa per il servizio che raggiunge l’88% del totale, è eccessiva.
Mensio si è detto “in difficoltà” per questo ritardo nella verifica della mozione a suo tempo approvata, ed ha ricordato che è importante trattare il punto della qualità del servizio, oltre a quello dei costi.
Silvio Lavalle