Durante il Consiglio comunale di oggi pomeriggio, l’assessora Antonietta Di Martino ha risposto in Sala Rossa all’interpellanza generale, presentata dalla consigliera comunale Lorenza Patriarca (PD), che chiedeva come si possa contribuire ad orientare la scelta delle famiglie verso l’iscrizione generalizzata alle mense scolastiche cittadine. Questa, in sintesi, la risposta dell’assessora Di Martino: La situazione futura dipendente dall’esito dei ricorsi, perché le pronunce della giustizia amministrativa potranno condizionare le scuole sul merito delle eventuali richieste di pasto domestico. Al 31 ottobre, gli iscritti alla ristorazione scolastica per il primo ciclo sono 24.180 nelle scuole primarie, con un aumento di 1.789 alunni rispetto agli iscritti di giugno 2019, nelle scuole secondarie di primo grado sono invece 3.279, con un aumento di 600 iscritti in più rispetto a giugno. In totale, nel primo ciclo c’è stato un aumento di 2.389 iscritti da giugno a ottobre, ma sono dati che potrebbero ancora variare nel corso dell’anno scolastico. Ad oggi, nove istituti scolastici hanno deliberato per il rifiuto del pasto domestico, sei non hanno ancora deliberato o hanno prorogato il procedimento, trentanove hanno accolto le istanze di pasto domestico. E’ bene comunque ricordare che la Città deve rispettare l’autonomia delle istituzioni scolastiche e tutte le diverse posizioni dei cittadini, senza assumere una posizione di parte ma attenendosi alle proprie competenze. La Città, in sostanza, non può spingere le scuole o le famiglie verso una scelta pro o contro il pasto domestico. Ma deve promuovere il valore educativo della mensa, rilanciare, valorizzare e migliorare la qualità della refezione scolastica per garantire a bambine e bambini la possibilità di avere un’alimentazione sana ed adeguata alle esigenze di studio e di crescita. Altra priorità è la qualità del servizio di refezione scolastica: garantiti pasti sicuri, sani e corretti, dobbiamo provare a migliorare il “gusto” per incontrare le esigenze di bambine e bambini. Per aumentare la varietà e l’alternanza dei cibi, da tre anni sono stati inseriti, con cadenza mensile, menu con caratteristiche particolari, come quelli regionali, o gli ”extra” proposti quest’anno, con piatti molto saporiti. Siamo intervenuti anche sulla riduzione dei costi, non applicando il tasso d’inflazione programmato, per cui da anni le tariffe relative al servizio di ristorazione scolastica non subiscono alcuna variazione, e riducendo l’importo della quota fissa annua per le scuole dell’obbligo per le famiglie con ISEE comprese fra 9.400 e 32.000 euro, che hanno maggiormente subito gli effetti della crisi economica. Infine, per quanto riguarda gli appalti, tutto è rimandato alle decisioni definitive del Consiglio di Stato che potrebbero essere rese note nella primavera 2020.
Terminato l’intervento dell’assessora all’istruzione, in Aula si è sviluppato il dibattito sul tema delle mense scolastiche. Lorenza Patriarca (PD): il fenomeno del pasto domestico è un fenomeno tutto cittadino. Dietro questa scelta non possono che esserci due ordini di problemi: uno economico, il costo del pasto continua ad essere giudicato eccessivo soprattutto dalle famiglie con più di un figlio in età di scuola dell’obbligo, l’altro di gradibilità dei cibi. Sulla salubrità e la sicurezza nulla si può eccepire, molto si può ancora fare sul gradimento. Le scuole sono autonome ma il problema della salute, dell’educazione ad abitudini alimentari corrette, uno dei principali fattori di rischio, è un problema che riguarda la Città. Per aiutare le scuole a riportare gli studenti a fruire della mensa scolastica, possiamo contribuire abbattendo i costi per le famiglie e migliorando il gusto dei pasti. Stefano Lo Russo (PD): tema squisitamente politico, riguarda la questione dirimente di carattere prevalentemente economico. Salvo rare eccezioni, la stragrande maggioranza delle famiglie che ricorrono al pasto domestico, lo fa per i costi troppo elevati della mensa scolastica. Serve allora la costruzione di un capitolato che non carichi sulle famiglie un onere eccessivo per il pasto scolastico. L’elemento dirimente saranno i criteri con cui si faranno le future gare. Sul tema del costo si agisca in via prioritaria. Il servizio mensa è una competenza tutta comunale. Sull’autonomia scolastica, senza scomodare i massimi sistemi, forse vale la pena individuare l’elemento prezzo del pasto scolastico come determinante. Deborah Montalbano (De.Ma): serve una decisione politica e condivido la richiesta della necessità di orientare risorse a bilancio per ridurre i costi di questo servizio. Oltre alla retta, anche la quota d’iscrizione deve essere ulteriormente ridotta perché ancora troppo alta, soprattutto per le famiglie più fragili, quelle con redditi bassi (spesso monoreddito) e più di un figlio nelle scuole dell’obbligo. Enzo Lavolta (PD): all’atto dell’insediamento dell’assessora abbiamo condiviso l’obiettivo di provare a riconquistare le famiglie allontanatasi dal servizio di ristorazione scolastica. I dati forniti oggi indicano il risultato del suo impegno ma soprattutto che avevamo ragione nel suggerire di intervenire sui costi di iscrizione. Obiettivo non ancora raggiunto ma la strada intrapresa è quella corretta. Abbiamo insistito su quel percorso perché crediamo nel valore educativo del tempo mensa, sicuri della qualità dell’offerta, ancora migliorabile e, non ultimo, perché dobbiamo salvaguardare le lavoratrici della refezione scolastica. Francesco Tresso (Lista Civica per Torino): Preoccupiamoci di predisporre i bandi per tempo, senza correre il rischio di trovarci impreparati di fronte alla decisione del Consiglio di Stato. Il valore della mensa scolastica va ribadito e per questo dobbiamo intervenire per convincere le famiglie con redditi più bassi e più bambini in età scolare. Salvaguardiamo la qualità dei pasti, aumentandone la gradibilità e diminuendo i costi. Nel rispetto dell’autonomia scolastica, la Città dovrebbe comunque garantire un lavoro di coordinamento a supporto dei dirigenti scolastici. Federico Mensio (M5S): La famosa tassa d’iscrizione non è nostra ma della Consigliatura che ci ha preceduto. Noi non ci siamo inventati nulla, abbiamo proseguito sulla strada già tracciata da altri e che ha creato non pochi problemi. Proprio perché vissuta dalle famiglie come tassa d’iscrizione anche se in realtà è un contributo fisso aggiunto alla tariffa base. Nell’ultimo Bilancio abbiamo siamo però riusciti ad intervenire per rimodulare le fasce ISEE: trovate le risorse, abbiamo deciso di ridurre questa quota fissa per la contribuzione alla refezione scolastica.
Marcello Longhin