Una giornata luminosa per ricordare un fatto tragico. Di tempo ne è passato molto, da quei due giorni maledetti che videro decine di torinesi, anche donne e ragazzi, cadere sotto i colpi di fucile delle forze armate del neonato Regno d’Italia. Gente disarmata, infuriata dalla rivelazione del patto, che si voleva segreto, tra il governo italiano e l’Impero francese di Napoleone III per spostare la capitale del neonato Regno d’Italia da Torino non verso Roma, come nelle aspirazioni risorgimentali, ma a Firenze. I torinesi avrebbero forse potuto accettare di perdere il ruolo di capitale per la loro città, se questo fosse stato assunto dalla mitica Roma.
Ma questa era ancora in mano al papa re, sotto la protezione della Francia, la quale aveva preteso la collocazione della capitale italiana a Firenze. Perché? Semplicemente, quale prova e conferma dell’impegno del governo Minghetti (e quindi di casa Savoia) a rinunciare a qualunque mira sul territorio papale. Quegli avvenimenti sanguinosi, svoltisi il 21 e 22 settembre del 1864, erano stati causati da una rivolta spontanea contro le promesse risorgimentali (“Roma o morte” era il motto che andava per la maggiore).
Tuttavia, ad agitare gli animi era stata anche la fondata preoccupazione per la perdita di migliaia di posti di lavoro in una città che ancora non era divenuta un centro industriale di rilevanza europea, come sarebbe accaduto nei decenni successivi. Oggi, giovedì 21 settembre, la Città di Torino ha ricordato le vittime dei moti del 1864 con una cerimonia presso la lapide in loro memoria collocata al civico 161 di piazza San Carlo. A rappresentare la Città è stato il consigliere Fabrizio Ricca il quale, rievocando quei fatti, ha sottolineato l’importanza di non dimenticare la storia. La strage del settembre 1864 è stata rimossa dalla memoria collettiva per troppo tempo, ha aggiunto Ricca, augurandosi che il Consiglio comunale possa dare un contributo ad accendere i riflettori su questa pagina di storia. Jean Michel Novero, per l’associazione Gioventura Piemonteisa, ha rievocato l’estirpazione di quegli avvenimenti (anche con il silenzio su di essi nelle scuole) dalla memoria della città e del Paese, ricordando come persino la lapide eretta nel cimitero Monumentale per ricordare le vittime fosse poi stata rimossa e fatta sparire poco dopo. Al termine della cerimonia, Ricca ha deposto una corona di alloro sotto la lapide che ricorda le vittime della strage, in corrispondenza del civico 161 della piazza.
Claudio Raffaelli