Mario Giansone è stato una figura di spicco dell’arte torinese del secolo scorso, poliedrico nelle sue creazioni, viene ricordato soprattutto per le sculture in pietra, legno e bronzo che ne caratterizzarono il periodo più intenso della sua attività. Un legame forte con la nostra città, che venne consolidato anche dai quasi trent’anni di insegnamento presso l’Istituto statale d’Arte, prima nella materia “plastica” e poi in quelle “disegno dal vero” ed “educazione visiva”.
Fu grande amico di Fruttero e Lucentini, che diedero il titolo ad uno dei loro libri più fortunati “La donna della domenica” proprio prendendo spunto da una sua opera (che compare anche nelle prime sequenze del film omonimo). Dalla sua morte, nel 1997, gran parte delle sue realizzazioni viene custodita all’interno dell’edificio che fu il suo laboratorio, gestito dall’Associazione Archivio Storico Mario Giansone ma i locali dovranno presto essere liberati e, per questo, la presidente della commissione Cultura Lorenza Patriarca, contattata dal presidente dell’associazione Giuseppe Floridia, ha convocato un sopralluogo. Questa mattina i consiglieri, accompagnati dalla vicesindaca Michela Favaro e dall’assessora alla Cultura Rosanna Purchia, hanno fatto visita al laboratorio di #Giansone, potendo così vedere da vicino alcune delle realizzazioni più significative dell’artista, mentre Floridia ha approfittato dell’occasione per rilanciare l’ipotesi di un museo della scultura che la Città potrebbe ospitare nei locali di via Assarotti, attualmente non occupati.
“Siamo rimasti colpiti dalla qualità e dall’originalità di un artista che la città non può e non deve dimenticare” ha commentato Patriarca al termine del sopralluogo, precisando che la discussione sulla futura sistemazione delle opere e la possibilità di realizzare un #museo della #scultura, verranno ancora affrontati in future sedute della commissione.
Marcello Longhin