Mafie e “zona grigia”: creare anticorpi nella Pubblica amministrazione

Un momento del convegno svoltosi al Parco della Tesoriera

Si è svolto presso i padiglioni dell’EverGreen Fest, al Parco della Tesoriera, un incontro di formazione organizzato dal presidente della commissione Legalità, Luca Pidello, insieme ad Avviso Pubblico, il network di enti locali – al quale aderisce la Città di Torino – impegnati a promuovere la cultura della legalità democratica.
La pubblica amministrazione, con la sua grande mole di appalti per la realizzazione di opere, la fornitura di servizi o gli acquisti di beni di vario tipo, per non parlare delle sue facoltà autorizzative e di pianificazione urbanistica, è costantemente al centro di tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.

Da sinistra, Pidello, Montà e Casarini

Quest’ultima, poi, in questa fase storica sta cambiando volto,  le azioni violente sono rare, centellinate con prudenza, le nuove leve vengono formate in prestigiose università italiane o all’estero, il business prevale sulle tradizionali attività estorsive, senza ovviamente che vengano meno ambiti di azione redditizi come il narcotraffico o lo smaltimento illegale dei rifiuti.

Come ha sintetizzato Giandomenico Casarini, dirigente del Comune di San Donato Milanese nonché presidente del Consiglio comunale di Corsico, sempre nell’hinterland del capoluogo lombardo, le mafie, in particolare la ‘ndrangheta di matrice calabrese, sono ormai ramificate anche nell’Italia settentrionale, dove dispiegare appieno la loro crescente vocazione affaristica. Fanno impresa e si  mostrano abili nel costruire relazioni con personaggi delle istituzioni e del mondo economico, muovendosi in una sorta di zona grigia. Per questo, ha sottolineato Casarini, occorre che gli Enti locali aumentino la propria consapevolezza relativamente alla presenza delle mafie sui propri territori. L’obiettivo deve essere quello di creare un sistema di anticorpi, nella parte politica come negli uffici tecnici e amministrativi. Casarini ha poi abbozzato una casistica relativa a situazioni che dovrebbero suonare come campanelli di allarme e indurre a prudenti accertamenti in sede di appalti o autorizzazioni.

Michela Favaro

Roberto Montà ha quindi illustrato origini e traiettoria della rete Avviso Pubblico, da lui presieduta, che ormai si avvicina al trentennio di attività, essendo stata costituita nel 1996. In apertura del convegno, la vicesindaca Michela Favaro aveva da parte sua sottolineato l’impegno dell’amministrazione comunale nella formazione dei propri dirigenti e dipendenti, proprio nel senso di rafforzare la cultura della legalità tramite lo sviluppo quelle competenze e sensibilità che posso essere efficaci anticorpi nei confronti dei tentativi di infiltrazione e corruzione da parte di individui o gruppi legati alla criminalità organizzata.

Come amministratori pubblici  – ha ribadito Luca Pidello al termine dell’iniziativa – abbiamo il dovere di difendere la nostra città dalle mire della criminalità organizzata. Iniziative come questa, di confronto e formazione contribuiscono ad animare un dibattito che non deve mai sopirsi e aiutano ogni persona a leggere meglio la realtà circostante. Grazie a tutti coloro che ci stanno accompagnando con competenza e dedizione“.

All’incontro hanno partecipato anche alcuni consiglieri e consigliere comunale (Pierino Crema, Sara Diena, Enzo Liardo e Alice Ravinale), i presidenti delle Circoscrizioni 3 e 4, Francesca Troise e Alberto Re, con vari consiglieri e consigliere di Circoscrizione (Piera Levi Montalcini, Sara Cariola, Emanuele Busconi, Caterina Romeo e altri).

Claudio Raffaelli