La bicicletta ha un fascino particolare. Per i bambini rappresenta una prima esperienza di autonomia. Difficile scordare la prima bicicletta. Rappresenta uno sport di fatica, di sudore e sacrificio. Sempre di più è un veicolo per gli spostamenti in città, per sportivi ma anche per atleti mancati.
E soprattutto, la bicicletta non muore mai, o quasi. I resti abbandonati in città e recuperati dalla Polizia Municipale se ritenuti non idonei al riutilizzo vengono avviati alla demolizione. Ma se una bici termina la sua corsa in un ecocentro, è molto probabile che possa andare incontro ad una seconda o terza vita, grazie alla cooperativa Triciclo.
Nata nel 1996, Triciclo recupera in discarica ogni materiale che può essere rigenerato e riutilizzato. Tra questi, appunto le bici. Di solito, ha raccontato questo pomeriggio il presidente Pier Andrea Moiso, durante la riunione di commissione Ambiente, presieduta da Claudio Cerrato, da 500 recuperi circa si ottengono 300 bici.
E’ un’attività, ha spiegato, che da un lato incentiva l’economia circolare (Triciclo restaura mobili, apparecchi elettronici, ripara abiti) dall’altro consente l’inserimento lavorativo per persone con alcune tipologie di svantaggio.
Intanto, proprio dalla cooperativa Triciclo è nato il Tavolo del Riuso, che svolge attività formative proprio sul riutilizzo degli oggetti usati.
Federico D’Agostino