Oggi in Comune sono 647 i dipendenti che hanno accesso allo smart working, il ‘lavoro agile’ caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali con l’uso di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone). Dei 647 dipendenti della Città, 578 lavorano ai progetti generalizzati, mentre gli altri 69 ai progetti pilota. Le divisioni con il maggior numero di dipendenti in Smart Working sono i Servizi sociali, con 156 unità, e i Servizi culturali e amministrativi, con 82 unità.
Dell’argomento se ne è parlato stamane durante i lavori della Commissione speciale Smart City. L’assessore al personale ha spiegato che è in corso una valutazione per l’ampliamento dello smart working anche all’anagrafe, seppure le normative vincolino l’esecuzione delle pratiche negli uffici comunali. Ma non di tutte: “Il servizio di prenotazioni, ad esempio – ha detto – è gestibile anche con il lavoro agile”.
Il numero di dipendenti comunali potenzialmente interessati è di 4.500, su un totale di circa 8.900; i rimanenti 4.400 hanno bisogno di trovarsi fisicamente sul posto di lavoro, come larga parte degli educatori e del personale della polizia municipale e non possono accedere al lavoro in remoto. Il 10% dei dipendenti comunali aventi diritto hanno già la possibilità di lavorare in smart working, pertanto gli obiettivi posti dalla normativa del 2018 sono rispettati. Ma la Giunta intende incrementare questo numero: “Farò il possibile per aumentare i lavoratori in smart working”.
Nei prossimi mesi, in Comune sarà effettuata un’analisi per capire in quali settori favorire il lavoro agile: una soluzione ecosostenibile e produttiva, al passo con i tempi.
(r.t.)