Come vengono percepite mafie e corruzione in Piemonte? Al Campus Einuadi è stata presentata oggi una ricerca al riguardo, nell’ambito del progetto Liberaidee.
Sono intervenuti Gian Carlo Caselli, ex magistrato e presidente onorario dell’associazione Libera, Rocco Sciarrone, sociologo docente del Larco (Laboratorio di analisi e ricerca sulla criminalità organizzata) dell’Università degli Studi di Torino, Francesca Rispoli, responsabile nazionale Libera, Maria Josè Fava, presidente Libera Piemonte, e Andrea Giambartolomei, giornalista del Fatto Quotidiano, che ha moderato l’incontro.
Per la Città di Torino ha partecipato la consigliera Carlotta Tevere, presidente della Commissione comunale Legalità. È intervenuto anche Diego Sarno, coordinatore piemontese di Avviso Pubblico, associazione di Enti Locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie.
La ricerca – promossa dal 2016 a livello nazionale e internazionale da Libera – ha raggiunto in Piemonte oltre 2.000 persone, di tutte le età, facendo emergere un allontanamento da associazionismo e politica e una generale sottovalutazione di mafie e corruzione, che, pur essendo concepite come gravi fenomeni diffusi a livello globale, vengono considerate estranee al proprio territorio per due terzi degli intervistati.
L’incontro è stato il primo di una settimana ricca di appuntamenti (dibattiti, proiezioni di film, momenti conviviali, ecc.) in tutto il Piemonte, promossi dall’associazione Libera per diffondere i risultati dell’indagine svolta e stimolare riflessioni e condivisione. Media partner: Radio Flash.
Massimiliano Quirico