Torino social impact (TSI) è un’alleanza spontanea, di cui fanno parte #istituzioni pubbliche e #imprese private e in cui è coinvolta anche la Città di Torino, nata con l’obiettivo di rendere attrattiva la nostra città come luogo dove coniugare il fare #impresa e finanza con redditività economica e impatto sociale. Nello specifico, Torino social impact sostiene progetti, attività ed eventi di quei soggetti locali che si muovono con competenza per garantire soluzioni a bisogni sociali espressi dal territorio. Investire non solo per guadagnare, ma per migliorare il mondo, insomma. Un modo diverso, un nuovo paradigma dell’attivarsi per generare reddito. Per raccontare i dettagli operativi e i retroscena che hanno portato alla costituzione di Torino Social Impact, ieri mattina in Sesta commissione, invitato dal presidente Claudio Cerrato, è intervenuto il portavoce di TSI Mario Calderini, professore della School of Management del Politecnico di Milano e direttore del Centro di ricerca innovazione e finanza a impatto sociale Tiresia. Calderini, nel ripercorre le tappe che hanno portato alla nascita di TSI, ha ricordato che alla base del progetto ci sono attori determinati a condividere forme di imprenditorialità sociale, anche profit, ma con obiettivi specifici di impatto sociale nella loro missione. All’inizio era provare a capire se la città fosse particolarmente fertile per assorbire queste forme di imprenditorialità ed attrarre capitali adatti al sostegno di questa tipologia di impresa. Una scommessa vincente, basata sulla consapevolezza che sia aumentata, nel mondo, la legittimazione del valore dell’economia sociale di mercato che assomma politiche sociali con #politiche di sviluppo, fra i quattordici pilastri riconosciuti dalla Commissione Europa per la rinascita industriale del Continente. Però, perché Torino? Per Calderini, perché può vantare una vocazione storica all’imprenditorialità di natura sociale, per la densità sconosciuta in altre parti d’Europa di finanza speciale delle fondazioni bancarie, perché esiste ancora una base tecnologica importante. Il risultato è TSI, nata dall’accordo fra 12 soggetti, diventati oggi 287, per costruire una piattaforma di dialogo, collaborazione e lavoro comune per realizzare progetti infrastrutturali orientati a creare a Torino le migliori condizioni possibili affinché questa forma di economia sociale di mercato potesse trovare le condizioni più favorevoli. L’adesione alla piattaforma avviene sottoscrivendo un documento non vincolante, che stabilisce un accordo tra le parti per collaborare ad un obiettivo comune, finalizzato a condividere idee, esperienze, progetti e risorse. Torino social impact è operativo dal 2017.
Marcello Longhin