
Affollata presentazione, stamattina a Palazzo Civico, del volume “Le torinesi ribelli. Diciannove storie per ricordarle“. L’iniziativa, promossa dalla Presidenza del Consiglio comunale in collaborazione con il Centro Studi Piero Gobetti, si è svolta nel quadro delle celebrazioni per la Giornata Internazionale della Donna.
Ma chi sono, o meglio, chi sono state le torinesi ribelli? Sono state molte, soprattutto negli ultimi due secoli, con il comune denominatore di essere state donne che hanno imposto a una società patriarcale e classista, non senza fatica e talvolta incontrando feroce opposizione, la forza delle proprie scelte di vita, delle proprie aspirazioni culturali e sociali, dei propri diritti di persona e di lavoratrici. Diciassette personalità e due entità collettive, da Ada Gobetti e Lidia Poët alle operaie della Manifattura Tabacchi, da Fernanda Pivano e Carol Rama alle apprendiste sarte – le “caterinette” – hanno ispirato altrettanti racconti, scritti da un pari numero di autrici e autori.

Un’opera collettiva, corale, quella che Loredana Cella ha curato per Neos Edizioni, dove tra artiste, scienziate, attiviste politiche, alpiniste, scrittrici e traduttrici, lavoratrici in lotte per migliori salari e condizioni di lavoro, viene riassunto il percorso a volte tortuoso ma inarrestabile verso un’autentica e concretamente vissuta parità di genere.
La presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo, nel proprio saluto istituzionale in apertura dell’incontro, ha sottolineato la scelta di organizzare l’iniziativa, in occasione della Giornata della Donna, in una chiave che non fosse quella della vittimizzazione, nonostante la coscienza di quante difficoltà incontrino tuttora le donne, talvolta alle prese con situazioni che degenerano in sopraffazioni e violenza.
“Se desideriamo vivere, non solo in senso letterale – ha evidenziato Grippo – invece di rassegnarci a essere soccombenti, dobbiamo trovare il modo di dircelo chiaramente, a partire dalle giovanissime e dai giovanissimi, che sono nella fase che vede sorgere e maturare aspettative e aspirazioni. Questo è il significato di queste storie di donne che non si sono mai arrese, rivoluzionando la vita degli altri trasformando la propria, uscendo dall’anonimato al di fuori di quell’aura religiosa che nella storia connotava i ruoli femminile. Non sante né principesse ma donne in grado di aprirsi nuove strade”.

La presidente ha poi ricordato come queste “eroine del giorno dopo giorno” abbiano ispirato il compito che lei stessa si è assunto, coordinando la Commissione Toponomastica, di colmare il gender gap esistente nelle denominazioni di strade, giardini e altri luoghi della nostra città, “contribuendo a far riaffiorare storie di donne che possano essere una fonte di ispirazione“. I racconti di “Torinesi ribelli”, ha aggiunto la presidente Grippo, “rappresentano un ponte fra passato e futuro, aperto a chiunque lo voglia attraversare, in un’ottima sintesi tra rappresentazione e immedesimazione”. Grippo ha infine citato una frase di Silvia Garbarino, autrice della prefazione al volume: “La curiosità è la miccia dell’esistenza, la tenacia il fuoco che l’accende”.
Al tavolo delle relatrici, insieme alla presidente della Sala Rossa, hanno preso posto Silvia Ramasso, per Neos Edizioni, la curatrice del volume Loredana Cella, la presidente nazionale di Confapid Brigitte Sardo e Marta Vicari, responsabile della programmazione culturale del Centro Studi Piero Gobetti. Si sono poi alternate al microfono alcune delle autrici della raccolta di racconti, sottolineando le peculiarità e l’esemplarità degli itinerari, personali o collettivi che fossero, delle donne protagoniste del libro, che hanno tracciato sentieri ancora in parte da percorrere.
(Claudio Raffaelli)