Le lunghe code all’ingresso nelle giornate novembrine dell’arte contemporanea torinese del ’22 sono il segnale di un intervento vitale ha affermato Lorenza Patriarca all’ingresso di Flashback Habitat in corso Lanza dove la Commissione Cultura di Palazzo civico ha approfondito la conoscenza del centro d’arte indipendente grande ventimila metri quadri allestito in quattro padiglioni attorniati da un parco ottocentesco alle pendici della collina. Una scommessa della Città di Torino con l’obiettivo di ridare vita a un immobile inutilizzato grazie allo strumento urbanistico dell’uso temporaneo quinquennale e a un accordo stipulato dai gestori con i proprietari dell’immobile di Cassa Depositi e Prestiti. Flashback habitat è diventato custode della memoria torinese se pensiamo all’orfanotrofio della Provincia che lì aveva sede fino all’inizio degli anni Ottanta ricordato oggi da una mostra che si era immaginata temporanea ed è divenuta permanente data la consistenza del materiale che il direttore artistico Alessandro Bulgini continua a reperire e il rapporto con i ‘nativi’ si arrichisce; ’Frammenti di storie dell’Istituto Provinciale per l’Infanzia della Provincia di Torino’ ridà voce a moltitudini di mondi intrecciati nelle sale dell’ex brefotrofio attraverso scorci di chi li visse come nelle interviste ai bambini ora adulti (i nativi coniati da Bulgini) – le tate – le suore – i dipendenti della struttura. Il richiamo al jazz e all’arte afroamericana risalta nella mostra ‘Torino Jam Session‘ dove settanta opere di artisti torinesi si osservano accompagnati dalla ritmica di un batterista che si esibisce in un ascensore. Vale la pena perdersi nei grandi spazi a pochi minuti dal centro storico tra sale dedicate agli artisti e alle associazioni passando dal Circolino che accoglie il bistrot, gli incontri, le proiezioni e il padiglione D dedicato alla sperimentazione artistica contemporanea; grandi spazi per rilassarsi, allargare gli orizzonti.
(Roberto Tartara)