Sono sufficienti gli attuali strumenti e metodi per rilevare l’inquinamento a Torino e nelle aree limitrofe?
Il tema è stato ripreso nella riunione del 3 settembre 2019 della VI Commissione consiliare, presieduta da Federico Mensio, convocata per discutere con l’Arpa Piemonte e il Comitato Torino Respira della qualità dell’aria in città, alla presenza dell’assessore all’Ambiente Alberto Unia.
A Torino – come ha spiegato Francesco Lollobrigida dell’Arpa Piemponte – sono attive cinque centraline: sufficienti secondo la normativa europea e anche dal punto di vista della raccolta di dati scientifici. Si tratta di attrezzature sofisticate – ha spiegato – che vanno certificate, tarate e monitorate da personale qualificato.
Secondo il presidente del Comitato Torino Respira, Roberto Mezzalama, sarebbe invece opportuno installare una rete più capillare di rilevatori degli agenti inquinanti, più diffusa sul territorio cittadino, servendosi anche di strumenti meno costosi, magari anche meno precisi, ma in grado di fornire un quadro più completo, coinvolgendo gli abitanti dei vari quartieri.
Tesi sostenuta anche dai consiglieri M5S Damiano Carretto e Massimo Giovara e dal presidente della Commissione Federico Mensio, che vorrebbe installare centraline dal basso costo, open source, con il coinvolgimento attivo della cittadinanza. Non solo per ricavare ulteriori dati, ma anche per produrre conoscenza sull’inquinamento urbano e sui suoi effetti sulla salute di cittadine e cittadini.
Tra le ipotesi in campo, c’è anche quella di stilare un protocollo con Arpa per affiancare alle centraline “tradizionali” altre apparecchiature low cost, da piazzare però anche in altri luoghi, ad esempio al confine dell’attuale ZTL e in aree in cui verranno realizzate nuove piste ciclabili, per valutare l’impatto delle politiche ambientali cittadine, prima e dopo gli interventi decisi dall’Amministrazione comunale.
Massimiliano Quirico