Tra le varie conseguenze che un ictus cerebrale può lasciare a chi ne viene colpito, l’afasia è una tra le più drammatiche, riguardante un caso su tre. Si tratta di un disturbo della comunicazione che vede la persona avere difficoltà, anche gravi, nell’esprimere e comprendere le parole. Seguendo l’enunciato del celebre neurologo Oliver Sacks, per il quale “la musica è il più potente farmaco non chimico“, la musicoterapia viene massicciamente impiegata come parte integrante delle terapie riabilitative. Perché l’afasia non è inguaribile, è in parte (e a volte, del tutto) reversibile, con forza, perseveranza e supporti adeguati.
Presso il Presidio sanitario San Camillo, sui primi contrafforti della collina torinese, ha dato prova di questo l’applauditissimo concerto del Coro degli Afasici della Provincia di Cuneo, animato da ALICe Cuneo onlus in collaborazione con l’associazione Musica e terapia e la Fondazione Opera San Camillo. Una trentina di persone, con il supporto dei musicoterapisti Maurizio Scarpa e Margherita De Palmas, che hanno ritrovato o stanno ritrovando la propria voce, stroncata dall’ictus. Ictus che, come ormai noto, è la prima causa di disabilità nei Paesi industrializzati, nell’ambito dei quali è inoltre la terza causa di morte. Al concerto del Coro degli Afasici ha assistito, in rappresentanza della Città, la consigliera Viviana Ferrero.
Claudio Raffaelli