Del doman non v’è certezza cantava il Magnifico ma l’ottimismo non manca sul futuro della nuova linea tranviaria 12, una sorta di metro leggera lunga oltre cinque chilometri – di cui il 95 per cento in sede protetta e al 50 per cento in galleria – che mira a collegare in modo veloce più quartieri di Torino. Il progetto nato nel gennaio dell’anno scorso è stato presentato al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e ad aprile è stato definito prioritario e ammissibile al finanziamento ed è il primo progetto nella graduatoria ministeriale. Si sta aspettando nella speranza vi siano certezze a breve sulla partenza dei lavori. La Commissione Urbanistica coordinata da Tony Ledda ha ascoltato Gtt, l’assessora alla Viabilità Chiara Foglietta e i tecnici dell’assessorato per un progetto infrastrutturale rilevante: si investono oltre duecento milioni di euro per collegare la zona Nord di Torino (corso Grosseto, strada Altessano e dintorni, Allianz Stadium) con il centro; si recupera la ferrovia abbandonata della Torino-Ceres e il trincerone di via Saint Bon; nasce il collegamento Allianz Stadium – stadio Olimpico; si crea l’interscambio con la Metro alla stazione Re Umberto e, a due passi, c’è la stazione di Porta Nuova. Il progetto si articola in 2 macro-tratte oggetto di specifici interventi: la tratta Sud ‘Lepanto – Corso Giulio Cesare’ sfrutta in gran parte una infrastruttura tranviaria già esistente, connettendo le zone di c.so Lepanto, corso Re Umberto, corso Stati Uniti, via Sacchi con il centro cittadino a Porta Nuova, via XX Settembre-via Arsenale, via Milano, piazza della Repubblica e la zona di corso Giulio Cesare. La tratta Nord ‘corso Giulio Cesare – Allianz Stadium’ sfrutta in gran parte l’infrastruttura della parte dismessa della Torino-Ceres tra Porta Milano e Madonna di Campagna inserendosi su corso Grosseto per attestarsi all’Allianz Stadium. Oggi è un desiderio per la Torino del futuro se consideriamo i tempi di realizzazione; occorrono due anni per l’approvazione definitiva e la durata dei lavori è stimata in tre anni. In tutto cinque anni dal momento dello sblocco del finanziamento ministeriale.
(Roberto Tartara)