“Ormai sono abituata ad essere al centro dell’attenzione”, risponde Maria Bigliani, quando le chiediamo di mettersi in posa per la foto che accompagna questo articolo, poco prima che inizi a raccontare alla commissione speciale Contrasto fenomeni di #intolleranza e #razzismo, la sua storia. Maria Bigliani è una gentile signora torinese, invitata dalla presidente della commissione a raccontare la brutta sera del 27 gennaio, giornata dedicata alla #memoria delle vittime dell’Olocausto, quando ha trovato scritto sul muro di casa: “crepa sporca ebrea”. Una scritta che, per il momento, non ha voluto cancellare. “Mi sono chiesta se denunciare o pulire – racconta – non sono tipo da sceneggiate ma non mi nascondo. Ho pensato a mia madre e ho deciso di andare alla Polizia”. Ecco, parlando della mamma Ines, staffetta partigiana, ebrea, morta nel 2012 a 92 anni, la signora Bigliani lascia trasparire un po’ di emozione. Mamma Ines ha lasciato un diario, testimonianza di un periodo difficile, affrontato con coraggio, dignità e qualche giovanile incoscienza. Maria Bigliani spiega ai consiglieri presenti in Sala Orologio, che oggi non vuole soffermarsi sui suoi sentimenti, sulla scritta, sull’odio, sui motivi di quest’odio. Vuole raccontare la storia di sua madre. Lo farà con naturalezza e semplicità, tratteggiando cinquant’anni di storia della sua famiglia e del nostro Paese. Perché quella scritta prima o poi si cancellerà – sostiene – ma il passato non va dimenticato.
Marcello Longhin