“Gli uomini e le donne della Resistenza fecero una loro scelta, chi imbracciando le armi, chi sabotando, chi fornendo informazioni. E anche questi caduti, in gran parte ragazzi, fecero una scelta nella quale non c’era spazio per vivere la propria condizione di giovani, che si caratterizza per la spensieratezza. Questo è il senso più ampio della parola sacrificio che spesso usiamo associandola solo alla tragica conclusione della loro esistenza”. Così Nicola Aduci, a nome del coordinamento delle Associazioni per la Resistenza ha ricordato i martiri del Pian del Lot, avvenuta 75 anni fa.
All’alba del 2 aprile 1944, erano stati uccisi 27 uomini tra i 18 e i 35 anni, partigiani e civili, prelevati dal carcere Le Nuove, dopo essere stati condannati a morte a loro insaputa. Una rappresaglia eseguita dai tedeschi a seguito dell’uccisione di un loro caporale sul ponte Umberto I. Fu la strage più sanguinosa avvenuta nel territorio torinese.
Sulla collina torinese, questa mattina, le istituzioni cittadine, le autorità militari e religiose, insieme alle Associazioni, hanno reso omaggio al cippo dedicato ai partigiani fucilati. La Città ha deposto una corona di alloro. Commozione da parte dei parenti che hanno omaggiato i caduti con garofani bianchi e rossi.
Solennità alla cerimonia, alla quale ha preso parte una nutrita rappresentanza di studenti delle scuole elementari e medie, è stata conferita dalla presenza di un picchetto militare in armi e dalla presenza della banda musicale del Corpo di Polizia Municipale.
Federico D’Agostino