Il Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino di via Pietro Giuria 1, si arricchisce di un’opera d’arte. Si tratta della “Riflessione” realizzata dal giovane Cesare Goria Gatti, vincitore del Premio “Gli occhi e la visione” promosso da VANNI occhiali, in collaborazione con il corso di Cromatologia dell’Accademia Albertina delle Belle Arti.
La creazione sviluppa il tema della luce, del colore e della visione, già oggetto di un seminario interdisciplinare presso il Dipartimento di Fisica che ha coinvolto studenti e docenti dell’Accademia Albertina di Belle Arti e del corso di laurea in Ottica e Optometria.
Alla cerimonia, che si è svolta questa mattina nella sede del Dipartimento, oltre all’artista, sono intervenuti Giulia Carluccio, prorettrice dell’Università di Torino, Ermanno Vercellin, direttore del Dipartimento di Fisica UniTo, Paola Gribaudo, presidente dell’Accademia Albertina, Alessandra Girardi, vice presidente di Vanni Occhiali, Edoardo Di Mauro, vicedirettore dell’Accademia Albertina, e i professori Silvio Maffioletti e Claudia Colandrea componenti della giuria tecnica.à
Per la Città di Torino, ha portato il saluto la consigliera Lorenza Patriarca, presidente della commissione, Cultura, Istruzione e Politiche giovanili.
Patriarca ha sottolineato la disponibilità dell’Amministrazione, per una futura edizione del concorso, a concedere il patrocinio. Questo, ha affermato, perché la Città è interessata almeno perché da un lato si tratta di una connessione creata tra una azienda di successo come Vanni con l’Università, l’Academia Albertina e l’Istituto Plana che ha coinvolto i suoi studenti. Dall’altro, ha evidenziato, l’iniziativa conferma come arte, scienza e cultura umanistica siano la manifestazione di una medesima cultura che reciprocamente si influenzano. Citando Primo Levi, ha infatti evidenziato come una separazione tra scienza e l’arte rappresenti un’anomalia, poiché le scienze hanno sempre sostenuto il lavoro degli artisti.
E nella tela realizzata da Cesare Goria Gatti, elementi scientifici ed artistici si fondono rappresentando il processo della visione, un sistema sensoriale che a livello oculare si fonda sulle leggi dell’ottica. L’autore richiama il funzionamento della retina nella percezione cromatica, scegliendo una forma espressiva che pone l’uso del colore e della luce come esperienza diretta e priva di mediazioni.
L’opera è esposta nell’atrio, lungo il corridoio che conduce al giardino interno dell’edificio.