La pop art mediatica di Nam June Paik al Mao

Centoquaranta anni di relazioni diplomatiche tra Italia e Corea. Lo ha ricordato il rappresentante della Città – il consigliere Tony Ledda – all’inaugurazione della mostra Rabbit inhabits the moon al Museo d’Arte orientale che “non solo celebra l’arte di Nam June Paik ma rappresenta un ponte culturale tra le due nazioni. Il Mao con la sua tradizione di eccellenza è luogo ideale di un’esposizione che con le 17 opere di Paik e le installazioni di sei artisti coreani unisce tradizione e innovazione”. L’artista statunitense di origine coreana scomparso nel 2006 ha esplorato l’impatto della tecnologia e dei media sulle nostre società. Pioniere della videoarte Nam June Paik nel 1975 presenta Candle-Tv e sbalordisce svuotando una televisione per metterci dentro una candela; rievoca un tempio sciamanico ironizzando sulla funzione centrale della tele nelle nostre vite. La mostra coniuga l’aspetto mediatico con l’elemento rituale per indurre a riflettere sui simboli e la loro riproduzione. Come l’opera al centro della mostra – curata dal direttore del museo Davide Quadrio con  Joanne Kim,Anna Musini e Francesca Filisetti – che dà il titolo all’esposizione: un coniglio scolpito in legno fissa un’immagine lunare in televisione. Più in generale tornare nelle sale di via San Domenico è l’occasione per riscoprire le collezioni del Mao nella splendida cornice di Palazzo Mazzonis. Per organizzare la visita consultate la pagina allestita dal museo per  questo importante avvenimento culturale che resterà aperto fino al 23 marzo 2025: https://www.maotorino.it/it/evento/the-rabbit-inhabits-the-moon/

(Roberto Tartara)