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Nel suo intervento, Stepponi ha dettagliato i punti centrali del suo progetto, realizzato per sviluppare una metodologia integrata destinata a facilitare la ripartenza delle aziende e consentire un rientro graduale alla quotidianità. Come? Associando in modo preciso, e nel tempo più breve possibile, risultati dei test e persone testate, con una app in grado di raccogliere velocemente i dati e una rete capillare per l’analisi. Necessario poi, il coinvolgimento di più attori sul territorio: amministrazioni, aziende, sindacati, cittadini. A cosa serve il monitoraggio? Con l’utilizzo dei tamponi e applicando un sistema simile a quello attuato in Corea del Sud, individuando le persone infette o potenzialmente infette per evitare che possano contagiare altri e intercettare chi è appena stato infettato per intervenire immediatamente con terapie farmacologiche nella prima fase del contagio. Un sistema, ha precisato Stepponi, che deve essere d’integrazione e supporto a quello già studiato e messo in campo dal Governo. Se il virus corre, ha concluso Stepponi, noi dobbiamo correre più veloce del virus. “E’ un progetto che vuole sperimentare un metodo operativo per massimizzare il numero di persone testate al fine di favorire la riapertura delle aziende e delle attività sociali” ha dichiarato al termine dell’incontro il presidente della commissione, Enzo Napolitano, favorevolmente colpito dall’approccio della ricerca, basato sulla metodologia OpenResearch: “Nello spirito del lavoro libero e dell’open source, ribadisce l’importanza dell’intelligenza collettiva e dell’OpenInnovation, concetti cari a questa amministrazione per la sua idea di Smart City”.