Da secoli il culto della Beata Vergine Consolata, catalizzato dal magnifico santuario del XVII secolo comunemente definito “la Consolata”, è il cuore pulsante del cattolicesimo torinese. Ad essa, tradizionalmente, si rivolgono i credenti nei momenti difficili: durante l’assedio di Torino del 1706, per citare un solo esempio, i difensori della città portavano cucita sull’uniforme, all’altezza del cuore, una sua immagine votiva, quale scudo immateriale per la propria vita.
I tempi sono cambiati, così come le forme della devozione, ma per migliaia di uomini e donne sotto la Mole, la processione della Consolata, che si tiene tradizionalmente il 20 giugno, rimane un appuntamento atteso e al quale non mancare. E così, dopo due anni di pausa imposta dalla pandemia, il lunghissimo corteo con l’arcivescovo Roberto Repole e la statua della Madonna Consolata si è snodato per le vie del centro storico, transitando come da antica consuetudine davanti a Palazzo Civico, dove sempre secondo tradizione le autorità cittadine assistono al passaggio dei fedeli e salutano i vertici della Chiesa torinese.
Ieri sera, con il sindaco Stefano Lo Russo e la vicesindaca Michela Favaro , erano presenti la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo , il vicepresidente vicario Domenico Garcea e una folta rappresentanza di consiglieri comunali (Tronzano, Liardo, Borasi, Viale, Ricca, Santiangeli, Apollonio, Camarda, Catanzaro, Pidello, Saluzzo, Ledda…)
Claudio Raffaelli