La mozione presenta dalla consigliera Monica Canalis (PD) con le colleghe Viviana Ferrero (M5S) e Mariagrazia Grippo (PD), in sostegno alle attività dell’Associazione Italiana Donatori Organi (AIDO), è stata approvata lunedì 14 gennaio dal Consiglio comunale.
Il documento prevede una serie di azioni da parte della Città di Torino, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della donazione di organi e appoggiare le attività del volontariato impegnato in questo campo, a partire dall’AIDO, l’Associazione Italiana Donatori Organi che nella nostra città conta circa 18mila iscritti, su circa centomila in tutto il Piemonte. In particolare, la mozione votata in Sala Rossa impegna l’amministrazione comunale a realizzare forme di comunicazione congiunta AIDO-Città di Torino per sensibilizzare la cittadinanza sulle modalità di assenso alla donazione post mortem di organi e tessuti a scopo di trapianto.
Inoltre, viene segnalata la necessità di sostenere la promozione della nuova app ibrida realizzata da AIDO Piemonte e di concedere spazi di affissione gratuiti per le campagne di sensibilizzazione sulla donazione, la quale rappresenta grande gesto di solidarietà in un Paese dove la media del numero di persone in attesa di un trapianto – che per loro può fare la differenza tra il vivere e il non vivere, – si aggira sulle 9000.
Infine, vengono richiesti un monitoraggio del numero di cittadini che dichiarano in Anagrafe (al momento del rinnovo della carta d’identità) di essere interessati ad esprimere il loro assenso alla donazione degli organi e l’organizzazione di un evento pubblico in collaborazione fra Comune e AIDO.
La Città di Torino è da anni impegnata nella promozione della solidarietà attraverso la donazione di organi e tessuti. Fra le tante iniziative, ricordiamo l’intitolazione nel 2004 di un giardino di corso Salvemini (circoscrizione Santa Rita Mirafiori) alla memoria di Nicholas Green, un bambino americano di sette anni. Il piccolo Nicholas, in vacanza in Italia, venne ucciso da delinquenti durante un assalto alla sua famiglia, nel 1994. I suoi organi, donati per volontà dei genitori, contribuirono a salvare più di una vita. Da allora, Nicholas è diventato il simbolo di un dono generoso che consente ad una vita ormai spenta di farne come risorgere un’altra.