Nella seduta del 12 ottobre 2023 della Commissione Diritti e pari opportunità e della Conferenza dei Capigruppo, presieduta da Silvia Damilano (Torino Bellissima), è stata illustrata una proposta di deliberazione che intende modificare lo Statuto della Città di Torino per introdurre i principi dello “Ius Soli” e dello “Ius Scholae”, presentata dai consiglieri Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS), Vincenzo Camarda (PD) e Lorenza Patriarca (PD).
La Città non può cambiare le leggi nazionali – afferma Elena Apollonio (Alleanza dei Democratici – DemoS) – ma l’atto ha un forte valore simbolico, per avviare un percorso “dal basso” per il riconoscimento di diritti fondamentali.
Lorenza Patriarca (PD) ha sottolineato che l’atto è stato presentato da tre presidenti di Commissione, con l’obiettivo di favorire l’integrazione, in particolare a scuola, e di confermare Torino nel ruolo di capitale dei diritti.
L’assessora comunale all’Istruzione Carlotta Salerno ha ricordato che nelle scuole delle zone della città dove si concentrano maggiormente le persone migranti (Circoscrizione 6 e parte della Circoscrizione 7) le bambine e i bambini di origine straniera sono tra il 78 e l’80% e tra questi soltanto il 25% non è nato in Italia.
Nel dibattito in Commissione, Enzo Liardo (Fratelli d’Italia) ha dichiarato di essere “contrarissimo” alla deliberazione: “Vanno rispettate le tappe per osservare la vera integrazione, soprattutto in un certo mondo islamico, che non ha nessuna voglia di integrarsi” – ha dichiarato.
Luca Pidello (PD) ha criticato le generalizzazioni del consigliere Liardo e ha affermato che bisogna lavorare per non fare sentire esclusi dalla nostra società le ragazze e i ragazzi stranieri cresciuti in Italia.
Dobbiamo far sentire le persone parte della nostra comunità e continuare a confrontarci per allargare questa “cittadinanza simbolica” – ha detto Alice Ravinale (Sinistra Ecologista), denunciando i “pensieri islamofobi” del consigliere Liardo.
Il tema dei simboli è delicato – ha dichiarato Giovanni Crosetto (Fratelli d’Italia) – e va trattato con attenzione. “Che utilità ha conferire la cittadinanza civica a ragazze e ragazzi che hanno completato la terza media, senza che però abbiano i reali diritti e i doveri di un cittadino?”. Si è quindi augurato che il documento non venga approvato a maggioranza semplice.
Per Amalia Santiangeli (PD) la scuola è il luogo dell’integrazione e anche gli atti simbolici sono utili nel percorso di crescita, per costruire un senso di comunità e di appartenenza, anche da parte delle famiglie.
Come amministratori della Città di Torino abbiamo il dovere di pensare e agire la pace – ha affermato Tiziana Ciampolini (Torino Domani) – e questa deliberazione è un atto di pace, che si inserisce nella storia di “civiltà amministrativa” del nostro Comune.
La cittadinanza civica è stata prevista già nel 2012 – ha spiegato Silvio Viale (+Europa & Radicali Italiani) – ma sinora tutti i Governi hanno ignorato la questione. Sarebbe utile – ha proposto – fare un “tagliando” sulla cittadinanza civica.
Andrea Russi (M5S) ha confermato il voto favorevole al provvedimento del gruppo consiliare Movimento 5 Stelle.
L’atto si inserisce in un contesto storico delicato, ma è utile per dare un segnale e avvicinare l’Istituzione ai torinesi, anche se non basta conferire la cittadinanza per ottenere l’integrazione – ha affermato Simone Fissolo (Moderati), dichiarando il voto favorevole del gruppo dei Moderati.
Ivana Garione (Moderati) ha ribadito l’adesione all’atto, “simbolico, ma anche politico”, per promuovere l’integrazione.
L’assessore ai Diritti Jacopo Rosatelli ha ricordato come il sindaco Stefano Lo Russo si sia espresso più volte sulllo Ius Scholae come strumento politico di giustizia. Ha quindi rimarcato la piena sintonia dell’Amministrazione con il provvedimento proposto, di competenza esclusiva del Consiglio Comunale, per contrastare le discriminazioni e rendere Torino accogliente per tutti e tutte.
La proposta di deliberazione è stata quindi liberata per l’aula e verrà ora esaminata dalla Sala Rossa.
Massimiliano Quirico