Tra corso Unità d’Italia e il Po, di fronte il Palavela, c’è il Centro Internazionale di Formazione (ITCILO) un’agenzia fondata nel 1964. Luigi Buson, ospite delle commissioni Smart City e Urbanistica, ha raccontato il periodo pre-Covid (anno 2019) e l’ultimo anno e mezzo in piena pandemia. Nel 2019, ha spiegato Buson (professionista del Campus) ha chiuso con 5.000 persone, provenienti da tutto il mondo (150 Paesi diversi) che hanno effettuato dei corsi per master di primo livello (sono circa 15 le offerte di settore). Provengono da ambiti diversi, imprenditoria, sociale, università e l’aspetto fondamentale, oltre lo studio, è la possibilità di relazionarsi tra loro, cosa che nel 2020 è venuta a mancare anche se non totalmente. Il Centro infatti non ha mai chiuso e si sono attivati con corsi a distanza; circa 200 persone per motivi dell’emergenza sanitaria hanno dovuto permanere nel campus.
Il Centro offre anche un servizio di soggiorno, nel 2019, tutti gli ospiti nel corso hanno trascorso 50mila notti, nel 2020 sono scese a 12mila. Ma il Centro è riuscito, come ha spiegato Luigi Buson, a mantenere un equilibrio, senza necessità di chiedere finanziamenti (il 70% delle risorse economiche provengono dai servizi offerti e il restante 30% è pubblico).
Le palazzine, che ospitano laboratori, sono attualmente oggetto di ristrutturazione (l’ultima era stata fatta per le Olimpiadi invernali Torino 2006) e i lavori termineranno tra un anno.
Tony De Nardo