Si è svolta, questa mattina, la cerimonia di intitolazione del tratto di via Nizza, già interno 230, a ricordo del colonnello dell’Arma dei Carabinieri Ermanno Fenoglietti. Erano presenti: la moglie Elizabeth Bosonotto e il figlio Adriano, la Sindaca Chiara Appendino, il presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari, il Comandante interregionale dei Carabinieri Pastrengo, Claudio Vincelli, il presidente della Circoscrizione 8, Davide Ricca. Primo ad intervenire, il figlio Adriano che ha definito il padre “il suo eroe personale“, capace di combattere la mafia e aiutare le popolazioni bisognose portando pace: “Un eroe non invincibile ma per me immortale”.
Sono seguiti i saluti istituzionali. Il primo a prendere la parola è stato il presidente del Consiglio comunale Francesco Sicari per sottolineare l’importanza del ruolo che le istituzioni devono avere nell’unire la propria storia con quella di quei servitori dello Stato, come Ermanno Fenoglietti, che non sono tornati a casa. “Un dovere morale verso Ermanno, verso i suoi cari e verso l’Arma dei Carabinieri di cui portava orgogliosamente la divisa”. Quindi la sindaca, Chiara Appendino, ha evidenziato come attraverso una targa, un luogo fisico che lo rappresenta, possiamo conoscere il contributo di chi ha dato forma alla nostra storia, a quella della nostra comunità. Per Ermanno Fenoglietti, che ha speso la sua esistenza al servizio del proprio Paese, quella targa serve a ricordare, anche alle future generazioni, l’insieme di valori di cui è stato portatore. Dopo il generale Claudio Vincelli, che ha ricordato “Un collega simbolo delle istituzioni che operano per il bene della collettività”, ha concluso la serie degli interventi Davide Ricca. Per il presidente della Circoscrizione 8, un segnale importante avere scelto un luogo in trasformazione, la nuova piazza principale del quartiere Nizza Millefonti, per consentire a molti di conoscere la storia di Ermanno Fenoglietti.
Marcello Longhin
Nato a Torino il 3 giugno 1958, Ermanno Fenoglietti dopo aver frequentato il Liceo Galileo Ferraris viene ammesso all’Accademia militare di Modena dove viene selezionato come ufficiale dell’Arma dei Carabinieri e concludere gli studi a Roma presso la Scuola ufficiali. Nel suo curriculum di comandante figurano, tra gli altri, i Paracadutisti del Tuscania, il Gruppo di intervento Speciale (GIS) e i reparti operativi di Catania e Como. Dopo avere partecipato a due missioni di pace in Libano, fra il 1993 e il 1994 dirige a Catania le operazioni per la cattura di un pericoloso boss mafioso, capo clan in ruolo apicale dell’organizzazione locale di Cosa nostra. Nel 1995 è in Bosnia, dove assume il comando dei Carabinieri del contingente di pace europeo. Il 27 dicembre dello stesso anno muore in un incidente stradale durante una ricognizione nella città di Mostar.