Da questa mattina, la piazzetta di via delle Querce, alla Falchera, accanto al centro incontri “Salvatore Scavello” è dedicata a Guido Rossa, operaio, delegato sindacale CGIL, ucciso dalle Brigate Rosse il 24 marzo 1979 dopo aver segnalato un fiancheggiatore dell’organizzazione terroristica intento a distribuire volantini all’interno dell’Italsider di Cornigliano.
Fu il primo operaio sindacalista e militante del Partito Comunista ad essere ucciso dalle BR, segnando, con la sua morte, uno spartiacque nella storia del terrorismo italiano.
Questa mattina, alla presenza del prefetto, del questore e di tante altre autorità civili e militari, in tanti hanno voluto ricordare Guido Rossa che, giunto a Torino a quattordici anni da Belluno dove era nato nel 1934, visse alcuni anni nel capoluogo piemontese, lavorando in una fabbrica di cuscinetti a sfera e poi in Fiat, prima di trasferirsi in Liguria.
La presidente del Consiglio Comunale e della Commissione Toponomastica, Maria Grazia Grippo, ricordando tutte le sfaccettature attraverso le quali si racconta Guido Rossa, diviso tra l’impegno civile e l’alpinismo, ha evidenziato “la sua assunzione di responsabilità nella scelta di esserci per gli ultimi, la stessa responsabilità che lo spinse ad anteporre la giustizia, la legalità all’appartenenza di classe. Oggi vive in un ricordo unanime e per sempre vicrà come simbolo unanimemente riconosciuto come simbolo della lotta all’eversione. Il sedime individuato è un messaggio potente perché inserito in un territorio dove, nella seconda metà del secolo scorso, alla tradizione rurale si affaccia quella proletaria, con i residenti espressione di domanda di giustizia sociale che per Guido Rossa ha sempre rappresentato tutto”.
Gianna Pentenero, assessore al Lavoro del Comune di Torino, si è soffermata sulla coerenza e sintesi morale e intellettuale, di un italiano fuori del comune, che ha saputo testimoniare con la propria vita e con il proprio operato come sia necessario tracciare un percorso che va al di là delle stesse vie biografiche. Oggi ci ricorderebbe quanto sia importante la sicurezza all’interno dei luoghi di lavoro. La Città di Torino ha deciso di intitolare questa piazza perché questi simboli restino la testimonianza vera della storia di chi ha lottato per la democrazia e per la libertà”
Per Gabriella Semeraro, segretaria generale della CGIL Torino, dopo averne ripercorso l’esperienza professionale, ha sottolineato come Guido Rossa sia stato la rappresentazione di un trentennio durante il quale le tute blu rappresentavano il soggetto portante di una Repubblica costituzionalmente fondata sul Lavoro. Rossa visse il suo essere operaio in modo attivo e consapevole con la tensione di chi vuole difendere i diritti di tutti e, in particolare degli ultimi. Un uomo sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori, con un grande senso di responsabilità. La sua morte segnò una rottura e creò la consapevolezza rispetto a dove stare, dalla parte della legalità. Era finito il tempo degli equilibrismi e delle ambiguità. Il nome delle vie e delle piazze sono uno strumento per fare un uso pubblico della storia, per comprendere come pagine del passato siano state scritte da persone comuni, anche a costo di mettere a repentaglio la propria vita”.
Durante la cerimonia, alla quale ha portato il saluto anche il presidente della Circoscrizione 6, Valerio Lomanto, sono intervenuti Paolo Rossa, nipote di Guido, Paolo Terrizzi responsabile della società di mutuo soccorso “Guido Rossa” e il giornalista e scrittore Enrico Camanni che hanno completato l’illustrazione del personaggio.
Federico D’Agostino