La Sala Rossa di Palazzo Civico ha ospitato, questa mattina la cerimonia per le celebrazioni della Giornata della memoria della deportazione, in occasione del 78° anniversario della liberazione del campo di #Mauthausen. Alla cerimonia erano presenti: l’assessora Chiara Foglietta; la vicepresidente del Consiglio comunale Ludovica Cioria; l’assessore regionale Marco Gabusi; la presidente della sezione ANEI (Associazione nazionale ex internati) di Torino, Alessandra Fioretti e la presidente della sezione torinese dell’ANED (Associazione nazionale ex deportati) Susanna Maruffi. Nel suo intervento introduttivo, Cioria ha ricordato brevemente la terribile storia del campo di sterminio dove, nei sette anni in cui fu operativo, vennero deportate, sfruttate, seviziate ed uccise circa 200mila persone. “Un campo – ha ricordato ancora la vicepresidente del Consiglio comunale – dove si moriva di lavoro, di stenti, di torture, di freddo, divorati dai cani, uccisi dalle guardie, annientati dagli esperimenti del laboratorio medico, gasati e bruciati vivi nei forni crematori”. Un inferno destinato a prigionieri che avessero già altre condanne penali, catturati per ragioni politiche o considerati di impossibile recupero sociale. “Con la sua liberazione – ha concluso Cioria – si è compiuto un passo fondamentale nella storia dell’Europa e delle nostre democrazie”. Sull’importanza di mantenere viva la memoria, ha posto l’accento Chiara Foglietta: “Con questa cerimonia ricordiamo l’oscurità in cui può precipitare l’umanità e la necessità di non confinare il dolore nell’oblio. Raccontarlo per renderlo memoria viva diventa necessario per ricordare chi ha combattuto per la libertà”. “Perché tutto questo dolore è esistito davvero. E può tornare, se pensiamo che, invece, non possa capitare mai più. Può tornare – ha concluso Foglietta – tutte le volte che gli uomini si armano, non tanto di fucili, quanto di odio”.
Marcello Longhin