Gli assessori Marco Giusta e Alberto Unia sono intervenuti, questo pomeriggio, in Sala Rossa per rispondere ad una richiesta di comunicazioni presentata dalla consigliera Chiara Foglietta (PD), sul tema del mercato del libero scambio. Primo intervento quello di Marco Giusta che ha precisato di essere venuto a conoscenza dell’intenzione dell’assessore regionale alla sicurezza, Fabrizio Ricca, di porre termine all’esperienza del mercato del libero scambio, il 22 ottobre scorso, da fonti giornalistiche. Una posizione mai chiarita prima e tanto meno concordata ai tavoli di coordinamento presso la prefettura o durante i Comitati per l’ordine pubblico e la sicurezza concordata. Giusta sostiene che Ricca non si preoccupa dei rischi per l’ordine pubblico che una eventuale chiusura potrebbe comportare, scaricando in sostanza il problema sulle forze dell’ordine e non sia consapevole della grave situazione economica che stiamo vivendo e che ha provocato un aumento dell’utenza di quel mercato, sia come espositori sia come acquirenti. “Nell’ultimo periodo – ricorda Giusta – gli espositori che usano l’area a rotazione sono cresciuti di oltre 300 unità, il 15% italiani residenti nella città metropolitana”. “Un mercato – sostiene ancora Giusta – che sta operando in sicurezza, anche praticando interventi non strettamente necessari, quali la misurazione della temperatura all’ingresso, e con un ridotto impatto sul territorio e la coesistenza con i residenti, considerando la distanza rispetto alle abitazioni del quartiere. La scelta di chiudere sarebbe irresponsabile, un grave danno per numerose famiglie. Per questo siamo pronti a difendere il mercato del libero scambio in qualunque sede sarà necessario, da quelle di confronto politico a quelle amministrative”. Dopo Giusta è intervenuto Alberto Unia: “il mercato del libero scambio è un’area che supporta l’economia di sussistenza. Fasce fragili della popolazione sia fra gli espositori, sia fra gli acquirenti”. Un mercato che permette di recuperare da cassonetti e cantine oggetti che sarebbero altrimenti rifiuto indifferenziato. E ci sono servizi di aiuto agli espositori, un’area per la preghiera, una per il relax, bagni. Un’area recintata che risponde alla normativa. “Capisco che a qualcuno possa non piacere che a Torino si cerchi di sopravvivere – ha concluso Unia – ma esistono persone che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena. Persone che in una società civile dovrebbero essere aiutate, non ostacolate”. Al termine dell’intervento dei due assessori si è aperto il dibattito con Chiara Foglietta che ha preso la parola dichiarando la sua soddisfazione per la volontà espressa dai rappresentanti della Giunta di voler contrastare la scelta di chiudere il mercato del libero scambio, una scelta che appare come pura propaganda politica. “La destra seduta in Regione si sta preoccupando di eliminare i poveri, perché non sono italiani. Che la Regione si occupi di gestire in modo efficace la sanità e la smetta di fare propaganda politica sulla pelle delle categorie più deboli”. Spero che l’impegno della Giunta comunale continui anche al tavolo per la sicurezza. Per Eleonora Artesio (Torino in Comune) questa sortita è intollerabile e iniqua. Soddisfatta che l’assessore Giusta abbia recuperato la voce su questo tema: “dopo mesi di silenzio in cui abbiamo insistito sulla necessità che il mercato del libero scambio continuasse ad operare perché rappresentativo di una economia di sussistenza, nel rispetto delle regole e del corretto utilizzo dell’area, garantendo un notevole concorso alla differenziazione dei rifiuti”. Artesio conclude dichiarando la propria disponibilità a sostenere tutte le misure utili a favorire percorsi di inclusione sociale nell’ambito di una economia del libero scambio che può sembrare residuale. Andrea Russi (M5S) ricorda di essersi battuto per lo spostamento da Borgo Dora in via Carcano del mercato: “Borgo Dora era diventato una polveriera esplosiva. Dopo vari tentativi di mediazione, abbiamo trovato un accordo che soddisfa tutti”. Oggi non costituisce un problema di ordine pubblico: “è talmente sicuro che garantisce misure di contingentamento che altri mercati non riescono a garantire”. Pensare di sottrarre a millesettecento operatori un’integrazione al reddito rischia di portare a reazioni sociali anche molto pericolose. “Si può chiudere il suk, ma per farlo – sostiene ancora Russi – serve un modello di gestione sano per superare il disagio sociale che spinge a sopravvivere cercando oggetti da vendere nel cassonetto dei rifiuti o nelle cantine. Non si può chiudere senza l’alternativa di un sostegno al reddito e una progettualità a lungo termine che oggi non vedo”. Per Francesco Tresso (Lista civica per Torino) è già iniziata la campagna elettorale di Fabrizio Ricca: “entrato a gamba tesa su una materia che non gli compete”. Soddisfatto della netta presa di posizione della Giunta, si dichiara favorevole a sostenere le posizioni in difesa del mercato del libero scambio e delle famiglie in difficoltà. “Mi chiedo solo – ha concluso il suo intervento – se non sia il caso di ripensare alle modalità del mercato, distribuendolo in più parti della città, invece che concentrarlo tutto in un’unica area”. Per Fabrizio Ricca (Lega) la campagna elettorale è partita con l’alleanza fra PD e 5Stelle sul suk che li ritrova dalla stessa parte dopo le aspre battaglie per lo spostamento del mercato dal canale Molassi a via Carcano. “Si parla di poveri ma la sinistra con il nuovo dpcm nazionale sta cercando di produrne milioni di nuovi poveri. Noi come Lega – continua Ricca – ci siamo sempre mossi con l’intento di aiutare le persone in difficoltà economica. Se si vuole fare qualcosa per loro bisogna fare qualcosa di sostanzioso e reale, non lasciargli il permesso di mendicare per racimolare pochi euro”. La proposta di Ricca è quella di trovare una soluzione comune per dare dignità e soldi veri, magari stipendi a queste persone. “Che non devono essere fomentate da gruppi politici che hanno interesse a mantenerli in quella condizione di povertà”. Fabio Versaci (M5S) suggerisce al capogruppo Ricca di ragionare sulle sue affermazioni: “se si vuole davvero ragionare sul superamento di quelle situazioni per aiutare persone in difficoltà è un conto, diverso se quelle persone si vuole metterle ancora più in difficoltà con la chiusura del mercato e nessuna prospettiva alternativa. Soprattutto in questo momento delicato. Ha concluso la serie degli interventi Raffaele Petrarulo (Sicurezza e Legalità) che ha ricordato come la battaglia sul mercato del libero scambio e il suo posizionamento abbiano una storia lunga e complessa che non può continuare all’infinito, con un mercato che nessuno vuole sul proprio territorio, degrado nel degrado. “Se davvero è un mercato tranquillo, perché non portarlo alla Crocetta o dentro i Giardini reali. Serve mettere fine a questo mercato, anche se siamo nel periodo meno adatto e andava chiuso prima. Nessuna guerra ai poveri ma di libero scambio quel mercato ha ben poco”.
Marcello Longhin