Nonostante un numero di nuclei famigliari (447.633) in linea con il 2016, Torino nel 2017 ha perso qualche migliaio di abitanti (lo 0,4%) e la popolazione è scesa a 884.733 unità. Aumentano le persone sole, pari al 44% dei nostri concittadini, diminuiscono le famiglie con figli ed aumentano quelle monogenitoriali: il 9,8% del totale. La popolazione straniera è stabile, 132.806 persone, pari al 15% della popolazione. In aumento la popolazione di origine nigeriana, cresciuta di 251 unità, conta attualmente 5.163 persone.
I dati, provenienti dall’Osservatorio sulla condizione abitativa di Torino, sono stati forniti durante la seduta del 27 febbraio della Commissione Servizi Sociali e rappresentano un’anticipazione del “XIV Rapporto sulla condizione abitativa” di prossima pubblicazione.
L’analisi delle dinamiche demografiche in questo caso è al servizio di quella sulla condizione abitativa, ed in particolare sulle più urgenti necessità ad essa collegate.
In premessa Giovanni Magnano, dirigente Area Edilizia Residenziale Pubblica, spiega che la leggenda dei 60.000 alloggi vuoti alimentata da alcuni è falsa: è infatti vero che il totale censito ammonta a 506.262 unità abitative e i nuclei famigliari sono solo 447.633, ma misurare solo lo scarto tra queste due cifre è uno sbaglio perché non si tiene conto delle seconde case, delle case affittate a turisti, di quelle usate temporaneamente da non residenti e di molte altre situazioni che rendono difficile misurare il grado reale di inutilizzo del patrimonio abitativo della città.
Peraltro il numero di famiglie che vive in appartamenti di proprietà è solo del 56%, a fronte di una media nazionale del 70%.
Anche a questo fattore, oltre che alla crisi occupazionale, a Torino più grave che altrove, è da attribuirsi il triste record cittadino di sfratti: ne sono stati avviati nel 2016, 3151, quasi tutti per morosità, e se il dato rappresenta un calo del 23% rispetto al 2015, è pur sempre drammatico.
E infatti la fame di case di edilizia residenziale pubblica, nonostante alcuni indici migliorino, c’è ed è grande. Dal bando del 2013 ad oggi (è attualmente aperto il nuovo bando per l’assegnazione degli alloggi popolari, con scadenza al prossimo 11 maggio) sono stati assegnati 2370 alloggi. Le domande presentate erano 16.044. Gli alloggi assegnati nel 2017 sono stati 611. Le domande di emergenza abitativa sono state 905 (in calo del 3% rispetto al 2016) e il 28% di esse ha avuto esito positivo (+4% rispetto all‘anno precedente).
Per una migliore comprensione del bisogno di case bisognerà aspettare alcuni mesi e verificare il numero di domande presentate con l’attuale bando: se dovessero essere 13.000 (il numero di domande ancora non soddisfatte sulla base delle 16.000 presentate nel 2013), o meno, vorrà dire che la situazione è stabilizzata o migliorata.
E auspicabile anche il superamento dei problemi registrati con gli affitti a regime agevolato stipulati grazie al servizio comunale LOCARE: nel 2017 sono stati solo 228: 100 in meno rispetto al 2016. La causa è il ritardo nell’erogazione dei fondi destinati a incentivare e tutelare i padroni di casa.
Qualche problema anche sul fronte dell’acquisto diretto di appartamenti da parte del Comune: quindici compravendite sono ferme in attesa che i soldi, accantonati su un fondo obbligatorio previsto dalla legge 410 del 2001 vengano svincolati.
Silvio Lavalle