La presidente del Consiglio Comunale, questo pomeriggio, accogliendo l’invito dell’Anci, ha interrotto i lavori del Consiglio Comunale per consentire il ricordo, da parte dell’Aula, delle vittime della strage di Capaci nella quale trent’anni fa trovarono la morte il magistrato Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
La breve cerimonia si è svolta alle 17.57, ora in cui avvenne la strage il 23 maggio 1992.
Il sindaco ha evidenziato come da allora molte coscienze si siano mobilitate e come la reazione di tantissimi giovani si sia fatta passione civile. Ha osservato come però anche le mafie siano cambiate, come abbiano rinunciato allo scontro diretto e alla violenza plateale ma non per questo oggi siaono meno pericolose e pervasive nella società. Le indagini riflettono un fenomeno per nulla in contrazione soprattutto per gli aspetti più legati agli affari e al denaro. Tutto il sistema dello Stato deve agire, ha continuato il Sindaco, non limitandosi ad un ricordo. Abbiamo il dovere civile di ricordare i caduti e la loro eredità civile che appartiene a tutti, ha affermato, quella legata all’impegno e a non voltare mai lo sguardo altrove. L’auspicio, ha concluso, è che questo giorno possa diventare il giorno della sconfitta delle mafie e non solo il ricordo dei Servitori dello Stato evidenziando come accanto al lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, vada svolto un lavoro quotidiano che consenta di rimuovere le cause che generano le condizioni per lo sviluppo del fenomeno mafioso.
Al termine dell’intervento del Sindaco, un trombettiere della banda del Corpo della Polizia municipale ha eseguito il “Silenzio”.
Federico D’Agostino