In città si continua a lavorare per la sicurezza stradale seguendo le indicazioni del piano operativo dell’Amministrazione comunale che insegue la pianificazione di strade tali da ridurre il rischio di incidenti; è l’approccio ‘vision zero’ approvato dal parlamento svedese nel ’97 e fatto proprio da diversi Paesi europei. Le ultime statistiche dicono che in Italia la media annua è di 6,2 vittime su 100mila abitanti rispetto ai 3 in Svezia che ha strade tra le più sicure al mondo, con un ‘costo sociale’ di 1,3 milioni di euro e 400mila euro per i feriti.
A Torino nel 2001 ci furono diecimila incidenti stradali mentre nel 2021 sono scesi a quattromila e le vittime ora sono sotto le venti unità annue rispetto ai 65 morti l’anno dei primi anni duemila. Prosegue il calo del numero degli incidenti e dei decessi; nel 2019 si registrarono ventisette vittime della strada; quattordici nel 2020 con la mobilità limitata dalla pandemia; diciassette lo scorso anno. Per i pedoni la situazione è simile: nel 2010 in diciassette perirono e 768 rimasero feriti, nel 2016 e nel 2019 si contarono tredici morti, quattro nel 2020, otto nel 2021 con 495 feriti. Lo stesso discorso vale per i motociclisti (dieci le vittime nel 2018, sei nel 2021) e i ciclisti di cui si registrano pochissimi decessi e in diminuzione ma lo scorso anno i feriti sono aumentati arrivando a quota quattrocentosettanta; influisce l’enorme incremento dell’uso della bicicletta e il piano comunale prevede l’analisi complessiva della mobilità ciclistica in funzione delle nuove ciclabili.
Il piano mostra cosa si sta facendo in Città: pedonalizzazioni; interventi negli attraversamenti pedonali, nuove zone di mobilità dolce, applicazioni di controlli e sanzioni più stringenti grazie all’uso delle nuove tecnologie. Ma si dovrà continuare a lavorare per raggiungere la “vision zero” come ha detto il presidente della Commissione Viabilità Antonio Ledda evidenziando la necessità di migliorie in corso Casale e altre arterie della città.
(Roberto Tartara)