L’epidemia che sta sconvolgendo la vita del nostro Paese non ferma le iniziative per ricordare i martiri di pagine di storia altrettanto tristi e tragiche.
Così è accaduto questa mattina al Pian del Lot, dove la Città, con una cerimonia ristretta e senza orazioni ufficiali, ha ricordato il sacrificio di 27 giovani, tra partigiani e civili.
La mattina del 2 aprile 1944 furono prelevati dai nazisti dal carcere Le Nuove e fucilati per rappresaglia, dopo l’uccisione di un ufficiale tedesco, avvenuta la sera del 30 marzo sul ponte Umberto I, da parte di un gappista.
Il graduato tedesco prestava servizio nella batteria antiaerea sistemata proprio al Pian del Lot, sulla collina torinese, vicino al Colle della Maddalena.
I giovani, fucilati a gruppi di quattro, furono costretti a seppellire i loro compagni, compresi alcuni che, feriti, non erano ancora deceduti. Di sette vittime, si ignora ancora il nome.
Per ricordare quella che viene considerata la più sanguinosa rappresaglia compiuta dai nazisti nel territorio cittadino, questa mattina non c’erano persone, secondo quanto previsto dai provvedimenti del Governo per contrastare il contagio da coronavirus. Non c’era il picchetto militare, non c’erano le associazioni della Resistenza, combattentistiche e d’arma. Non c’erano i ragazzi delle scuole, ogni anno invitati a portare un omaggio floreale alla lapide dei caduti.
In onore dei Martiri, la Sindaca di Torino e il Silenzio, eseguito da un trombettiere della banda della Polizia Municipale, nella quiete dei boschi della collina.