Il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi e il sindaco Stefano Lo Russo hanno oggi firmato a Palazzo Civico il Patto per Torino, intesa che porterà nella nostra città un contributo statale di oltre un miliardo di euro nell’arco del prossimo ventennio. Aprendo la cerimonia in Sala Rossa, la presidente del Consiglio comunale Maria Grazia Grippo ha definito quella odierna “una giornata memorabile per il nostro Comune e per la nostra città, verso una nuova stagione di opportunità da realizzare e consegnare al nostro territorio”. La presidente ha anche espresso apprezzamento per l’impegno preso dal governo presieduto da Mario Draghi nei confronti delle amministrazioni locali, “avamposto per la cittadinanza, nella relazione con lo Stato, ma anche nella reazione alle incognite del tempo in cui viviamo, che accrescono, una volta di più, il senso della responsabilità che ci siamo assunti al momento di indossare la veste istituzionale”.
Grippo ha poi rievocato un intervento del capo del governo in sede di ANCI, con il quale egli “riconobbe il prezioso lavoro svolto dai Comuni nella difficile traversata della pandemia, ponendo poi l’accento sulla necessità, dimostrata nei fatti, di rafforzare la reciproca fiducia tra il governo centrale e gli enti locali e regionali”.
Ricordata, dopo il Covid, la nuova emergenza rappresentata dal conflitto russo-ucraino, la presidente ha sottolineato “lo spirito resiliente, laborioso e ingegnoso di Torino” e dei suoi amministratori e amministratrici locali, spirito che “ha saputo vincere tante divisioni e spesso travalicare l’appartenenza politica, in nome di un obiettivo alto che è il futuro della nostra città”, per la quale “la linea del traguardo si chiama Europa”.
L’intervento del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Roberto Garofoli, ha riassunto le linee del Patto per Torino, che convoglierà nelle casse comunali – di qui al 2042), un miliardo e 120 milioni di euro. Il Patto, ha evidenziato il sottosegretario, è un contratto per la crescita e il rilancio del capoluogo subalpino, dopo la deindustrializzazione degli anni Ottanta e Novanta, ma anche per superare le criticità del passato, attraverso l’impegno del Comune nell’attivazione di leve fiscali, nel miglioramento della riscossione e nelle manovre finanziarie volte alla riduzione progressiva del debito. Un debito dovuto anche a investimenti ma che è uno dei più alti in Italia, pro capite. Un impegno non solo finanziario, basato sulla responsabilità e sulla fiducia, indispensabili per un’operazione così prolungata nel tempo, collegata con il PNRR mediante riforme e il specifici investimenti, incrementando i servizi.
Il sindaco Stefano Lo Russo ha ricordato il contributo al progresso dell’Italia dato da Torino, “città del rinnovamento, capitale di quella straordinaria cultura del saper fare, che si è costruita sull’etica del lavoro nella sua straordinaria capacità di integrare chi, nei decenni scorsi e ancora oggi, vi è immigrato per cercare condizioni di vita migliori di quelle che venivano lasciate. Torino è oggi una grande comunità, multiculturale e multietnica che, pur nelle sue contraddizioni e con le sue fatiche, guarda al domani con fiducia e speranza. Una comunità che forse più di altre ha sofferto gli effetti della pandemia. Torino, in questo lungo periodo, ha vissuto tutte le ansie di un territorio fragile”. Il sindaco ha poi aggiunto che oggi Torino è nuovamente “ad un bivio storico tra la visione nostalgica di quello che è stata e il rilancio verso il futuro”, illustrando come l’amministrazione comunale abbia intrapreso un intenso e duro lavoro: “una macchina amministrativa da ricostruire, una situazione finanziaria sull’orlo del dissesto, modalità gestionali dei processi da rifondare” e l’impegno “a ridurre i divari territoriali, generazionali e di genere, accelerare la transizione digitale e quella ecologica, migliorare e rafforzare tutti i servizi che qualificano la città”, il tutto al fine di creare le condizioni per rilanciare l’economia e la produttività, semplificare la burocrazia, potenziare le infrastrutture e favorire l’innovazione.
Il sindaco ha poi evocato il contesto internazionale “segnato da incertezze e inquietudini, con una guerra alle nostre porte che rischia di minare la dimensione valoriale fondativa della nostra stessa Europa”, un’Europa che oggi serve anche di più. Perché, ha aggiunto Lo Russo, “la complessità del presente non si affronta con un ritorno ad una dimensione nazionale. I nazionalismi creano false sicurezze di illusorie potenze” e solo così, “con unità e compattezza in Europa e nel mondo occidentale, si potrà far fronte comune per un ritorno della pace in Ucraina”.
“Ed è in questo difficile contesto – ha aggiunto il sindaco – che si inserisce l’opportunità del PNRR: il piano di rilancio di tutto il Paese attraverso il quale l’intero sistema nazionale può trarre quella forza e quella fiducia nel futuro che da decenni attendevamo. Nei prossimi mesi, a Torino ingenti risorse verranno investite nella rete delle biblioteche comunali, nelle manutenzioni delle aree verdi, per le strade, le scuole, i mercati, gli impianti sportivi e le piscine. Un piano complessivo di rigenerazione urbana con l’obiettivo di ampliare i luoghi di aggregazione e partecipazione dei cittadini. E ancora la Linea 2 della metropolitana, un’opera per la quale il Governo ha stanziato oltre 1 miliardo, che non solo rappresenterà una rivoluzione nella mobilità sostenibile a Torino, ma costituirà anche un motore di sviluppo e rigenerazione per tutta l’area nord della città. Il programma di investimenti che Torino effettuerà nei prossimi anni infatti con le risorse del PNRR e i fondi complementari è uno dei più importanti nella storia della nostra città: oltre alla Linea 2 della Metro, il prolungamento della Linea 1, il potenziamento della rete tranviaria, la digitalizzazione, il rinnovo del parco mezzi GTT, le pedonalizzazioni e le riqualificazioni degli spazi pubblici, il nuovo parcheggio interrato di piazza Bengasi, la manutenzione straordinaria delle strade e l’abbattimento delle barriere architettoniche, la riqualificazione energetica dei nostri edifici e di quelli di edilizia sociale, la rifunzionalizzazione del parco del Valentino e la nuova Biblioteca di Torino Esposizioni. E non sono tutti. Investimenti pubblici per un totale di oltre 3 miliardi di euro”.
Si tratta, ha precisato il primo cittadino, di un lavoro che deve coinvolgere tutti: “è questo lo spirito con cui abbiamo dato vita nei mesi scorsi alla Cabina di Regia sul PNRR con la Regione Piemonte, l’Università, il Politecnico e gli stakeholder del territorio. Oggi il panorama richiede una scossa comune di tutta la classe dirigente italiana. Diventa quindi essenziale usare bene i fondi del Recovery per rimettere il Paese sulla strada della crescita e del riordino finanziario. Avanti quindi con gli investimenti capaci di aumentare la produttività e la competitività e procedere contemporaneamente alla ricucitura del tessuto sociale provato dalla crisi. Avanti con la rinegoziazione degli oneri finanziari degli enti locali nei confronti del sistema bancario. Avanti con i rapporti di partenariato pubblico-privato e il terzo settore”.
L’azione di rilancio, ha ragionato il sindaco, porta con sé rischi sui quali è quanto mai opportuna una seria riflessione nazionale e locale: la sicurezza sui luoghi di lavoro, le potenziali infiltrazioni della criminalità organizzata, il contenzioso amministrativo, il rincaro delle materie, il caro energia per imprese e famiglie. Questioni per le quali è fondamentale l’intervento del Governo.
“Il Patto per Torino che ci accingiamo a firmare – ha concluso Lo Russo – costituisce un modello virtuoso che vorremmo rappresentasse – anche in futuro – la modalità di lavoro e di scambio tra la Città e il Governo, un confronto permanente che rende migliore il lavoro di tutti e si riflette al meglio verso i nostri cittadini. Vorremmo iniziasse un nuovo paradigma nei rapporti tra Governo ed enti locali e per noi il modello del “Patto” è il migliore esempio di un lavoro comune e positivo”.
Infine, il sindaco ha ringraziato il presidente Draghi per come ha gestito la crisi pandemica, per aver ridato autorevolezza internazionale all’Italia e fatto tornare importante il valore della competenza nel servire la “cosa pubblica”, per continuare a dimostrare visione, capacità di guida e leadership e infine perché “sta provando a riformare questo Paese: le grandi riforme richieste dal Recovery, fondamentali per l’attuazione degli interventi e descritte nel piano Italia Domani. Riforme, come sappiamo, non semplici”.
“La cerimonia di oggi è un’occasione per pensare insieme il futuro di Torino perché risponda con inventiva e coraggio alle trasformazioni del nostro tempo, come ha saputo fare in passato”, ha esordito il presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, riferendosi all’integrazione delle persone arrivate dal sud, tra gli anni 50 e 70, ai progetti di rigenerazione urbana, in particolare a partire dagli anni ‘90, “che hanno dato energia a nuovi quartieri e portato al recupero di zone industriali, alla metamorfosi della città in un polo turistico e culturale, con i giochi olimpici invernali del 2006 e le fiere d’arte e di letteratura.
Il patto che firmiamo oggi, rappresenta un impegno che il Governo assume con la Città alla quale destiniamo circa 1,1 miliardo di euro, impegno che il Comune prende con l’obiettivo di risanare le proprie finanze e investire con attenzione ambizione lungimiranza”, ha continuato Draghi.
“Nel PNRR, ha sottolineato il premier, interveniamo per riattivare i processi naturali e favorire il recupero della biodiversità in tutta l’area del Po, lungo tutto il suo corso, un progetto a cui destiniamo 360 milioni, 145 milioni andranno al Piemonte per tutelare le risorse idriche.
Per contrastare il cambiamento climatico occorre ripensare l’energia, l’industria, la mobilità, con il Pnrr sosteniamo Torino e il Piemonte nel processo di rinnovamento manifatturiero che deve avvenire in linea con le sfide più urgenti che abbiamo davanti. Il Governo può e deve avere un ruolo di sostegno nella gestione di questi cambiamenti per realizzarli con rapidità e ridurre i costi per la transizione per imprese e cittadini. Investiamo, ha spiegato, 8,7 miliardi fino al 2030 per aiutare le aziende dell’automotive nella loro transizione ecologica, con il Pnrr stanziamo più di 11 miliardi per rafforzare la ricerca e favorire il trasferimento tecnologico.
Il capo del governo ha quindi evidenziato come lo sviluppo economico debba andare di pari passo con lo sviluppo civile e la lotta alle diseguaglianze. “Con il Pnrr, ha affermato il Presidente del Consiglio, interveniamo per rendere i quartieri di Torino, oltre a quelli di altri Comuni dell’area metropolitana, ancora più inclusivi, moderni, sostenibili. A Torino, nell’area di Porta Palazzo realizziamo 41 nuovi alloggi, in corso Racconigi, a Borgo San Paolo, ne riqualifichiamo 40, nel quartiere Vallette miglioriamo le case popolari di viale dei Mughetti, un totale di quasi 44 milioni per la sola Torino, servono anche a manutenere le strade e le scuole, a realizzare aree verdi e collegamenti ciclabili. Stanziamo ulteriori 113 milioni per la rigenerazione urbana, potenziamo il servizio pubblico con l’acquisto di mezzi di trasporto sostenibili per ridurre traffico e inquinamento. A questi investimenti, si aggiungono 120 milioni per l’area metropolita, le infrastrutture, gli spazi pubblici, i servizi.
Infine, Draghi si è soffermato su investimenti per sanità e scuole. “Al Piemonte, ha affermato, destiniamo 128 milioni per la costruzione di asili nido e 33 milioni per le scuole per l’infanzia. Stanziamo 43 milioni per le scuole innovative che mettono al centro la sostenibilità e la qualità architettonica degli edifici. Potenziamo le infrastrutture sportive, mettiamo in sicurezza gli edifici scolastici, costruiamo e riqualifichiamo le mense. Investiamo nella medicina territoriale per offrire una maggiore copertura e un’assistenza più mirata”.
In apertura di cerimonia, il Presidente del Consiglio ha aperto una parentesi sulla situazione internazionale, ribadendo la più ferma condanna del Governo per le stragi di civili documentate in questi giorni in Ucraina e sottolineando che “indagini indipendenti devono far piena luce su quanto accaduto e che i crimini di guerra devono essere puniti e che il presidente Putin, le autorità, l’esercito russo dovranno rispondere delle loro azioni” e confermando che l’Italia e l’Unione europea sostengono il popolo ucraino nella lotta per la pace. Ha quindi affermato che il nostro Paese appoggerà le sanzioni verso la Russia, decise proprio nella giornata di oggi dall‘Unione europea.
(A cura di Claudio Raffaelli e Federico D’Agostino)